Cocaina a casa del senatore PD, l’ex fidanzato lo smentisce: “Non l’ho comprata io”

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“A quel tempo avevo una relazione con una persona che ha avuto problemi con la giustizia e che ha frequentato casa mia, ma non ho mai avuto rapporti con i pusher arrestati”.

Così il senatore Tommaso Cerno, eletto a palazzo Madama nelle liste del Pd:

Cocaina a casa del senatore Pd: perché non si dimette?

Cerno non si è fatto nessuno scrupolo a scaricare tutte le responsabilità sul suo ex amichetto. “Evidentemente – accusa Cerno – lui non era la persona giusta, ma io non ho compiuto alcun reato e non c’entro nulla con questa inchiesta”.

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È agli atti che a fare da tramite con i pusher sarebbe stato Marco, un ragazzo romano di 35 anni che all’epoca lavorava come cameriere in un bar ristorante in via Cavour. Marco, raggiunto da Repubblica, allarga le spalle. Sembra quasi cadere dalle nuvole.

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Premesso che lei non è indagato, secondo la ricostruzione degli inquirenti avrebbe ordinato per conto del senatore Cerno della cocaina a due indagati, i pusher Danny e Clarissa, che portavano le droghe, Ghb incluso, a domicilio dal senatore. Le risulta?

“Come dice? Sta scherzando. Assolutamente no, quando mai. Cado dalle nuvole, non so nulla di questa indagine. Ascolto le parole che mi sta dicendo e mi sembra tutta una grande bufala”.

“Io con Cerno non ho mai sentito parlare di cocaina, le assicuro. Né abbiamo mai fatto uso di Ghb”.

“Guardi si, con lui abbiamo un’amicizia. Ci siamo conosciuti al bar ristorante in via Cavour nel quale lavoravo all’epoca. Lui veniva come cliente. È una vita che non lo sento”.

“Le ripeto, davvero non so nulla. È la prima volta che sento parlare di tutta questa storia. Adesso dovrò informarmi su cosa è successo, sul perché mi state contattando. Io ero all’estero nel 2019”.




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