Coronavirus, test rapidi a chi sbarca: “Sfugge il 40% dei positivi”, percentuale disastrosa

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Test rapidi in arrivo negli aeroporti della Regione Lazio e nelle stazioni dei bus dove transitano persone dall’Est Europa. Una buona notizia non fosse che ci perdiamo un 40% di possibili infetti di coronavirus. Il perché lo spiega la professoressa Maria Capobianchi, direttrice dell’Unità Operativa Complessa del Laboratorio di Virologia della Spallanzani “Per definizione – spiega la professoressa Capobianchi al Il Messaggero – il test antigenico è meno preciso di quello molecolare, ma può essere molto utile. Dipende dall’uso che se ne vuole fare”.

Il suo staff sta studiando due tipi di test rapidi, entrambi prodotti in Corea del Sud, di tipo antigenico, differente dunque da quello tradizionale molecolare che richiede grandi strutture e un’attesa di 24 ore. Il test antigenico offre una risposta in 15-20 minuti, un’organizzazione molto agile, e non va confuso con il sierologico che cerca gli anticorpi. Il secondo dice solo se c’è stato in passato contatto con il virus, il test antigenico rileva nell’immediato se sei infetto. In brevissimo tempo e con la necessità di macchine estremamente semplici e portatili. I due sotto esame allo Spallanzani sono entrambi naso-faringei.

Succede però che la percentuale di precisione dei test molecolari si attesti intorno al 60%. “In altri termini”, scrive il Messaggero, “ipotizziamo che all’aeroporto X stiano arrivando 20000 passeggeri. Hai varie opzioni: chiudere l’aeroporto, azzerando il rischio ma causando seri danni economici e sociali, o lasciare sbarcare questi viaggiatori. Se non ti fidi del test rapido, non avrai mai la possibilità di eseguire i tamponi. Ipotizziamo che sugli aerei siano arrivati almeno 100 asintomatici positivi.

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Se non fai nulla, li perderai tutti e usciranno dall’aeroporto. Se fai il test rapido, ne intercetti 60 e quindi riduci sensibilmente la presenza per strada di persone positive che contageranno altre persone. C’è però un effetto collaterale: i 40 positivi erroneamente dati per negativi dal test, si sentiranno sicuri e imprudenti nei loro comportamenti, perché convinti, dopo l’esito dell’esame rapido, di essere negativo”.

Qualcuno ci spieghi per quale motivo dobbiamo tenere gli aeroporti aperti ai pakistani, cinesi, africani e altri che non vengono in Italia come turisti. Mentre li chiudiamo ai turisti americani. E’ tutto qui il problema.

Possiamo anche rischiare, ma per chi porta soldi, non per chi viene a prenderseli.