Milano occupata da clan di immigrati: “Si divertono a pestare gli italiani”

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Sei aggressioni registrate a Milano e hinterland, tutte tra il 24 e il 28 luglio. E Già nei primi 12 giorni del mese si erano verificati altri sette casi tra cui una violenza sessuale nei confronti di una donna di 45 anni al Monte Stella, perpetrata da un senegalese clandestino.

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Milano non si ferma.

Nella notte del 24 luglio tra via Castaldi e via Tadino, in un blitz di pochi secondi, due soggetti di colore hanno aggredito Andrea Pedretti per impossessarsi della sua borsa:

IMMIGRATI GLI SFONDANO L’OCCHIO A MILANO PER RAPINARLO

La notte tra il 25 e il 26 luglio nei pressi dell’incrocio tra via Pergolesi e via Mercadante, in zona Caiazzo, nove individui di una gang multietnica:

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Nella notte tra domenica 26 e lunedì 27 luglio è invece stata la zona del Parco Sempione a finire al centro di episodi violenti. Il primo si è verificato intorno alle 3 di notte all’Arco della Pace quando un gruppo di nordafricani descritti come tra i 16 e i 18 anni ha aggredito tre coetanei; uno dei maghrebini ha poi spaccato una bottiglia in testa a uno dei tre, un ragazzo di 19 anni per poi dileguarsi. Attenzione però, perchè una gang di nordafricani dalle caratteristiche molto simili veniva già segnalata per altre aggressioni avvenute nello stesso luogo a inizio mese nei confronti di altri ragazzi scelti a caso e un’altra messa in atto in zona Primaticcio il 25 giugno, nei confronti di un 16enne che si trovava con degli amici. Le modalità sono sempre le stesse, l’aggressione scatta senza alcun motivo e viene perpetrata con bottiglie, bastoni e anche coltelli. Età (15-20) e provenienza (nordafricani) fanno pensare a un’unica gang che si muove dalla periferia verso il centro e che sembra prediligere la zona Sempione. Il fatto che una delle aggressioni sia avvenuta in zona Primaticcio potrebbe poi essere un indicatore sull’area di provenienza.

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Sempre nella notte tra il 26 e il 27 luglio nei pressi della Triennale una ragazza veniva scippata della borsa con dentro un I-Phone e 150 euro. La vittima ha rincorso il ladro, fiancheggiata da un’amica, ma nelle aiuole circostanti, tra le auto parcheggiate, le due sono state circondate da cinque immigrati giunti a dar manforte allo scippatore, minacciandole e spintonandole.

Il 28 luglio una ragazza in attesa di prendere la metropolitana in Stazione Centrale veniva avvicinata alle spalle da due marocchini di 18 e 24 anni, irregolari sul territorio, mentre era intenta a digitare sul telefonino; i due predoni le strappavano improvvisamente dalle mani il cellulare e fuggivano per poi venire identificati grazie alle telecamere di sorveglianza ed arrestati. Il filmato dell’aggressione è stato ripreso dalle videocamere dell’Atm ed è visibile qui.

Sempre il 28 luglio, alle 11 di mattina, un 25enne marocchino senza fissa dimora e già noto alle Forze dell’Ordine avvicinava un 34enne che camminava in via XXIV Maggio a Cormano e lo colpiva con un pugno al volto per poi rubargli cellulare e portafoglio. L’aggressore veniva individuato e arrestato poco dopo.

Intanto, mercoledì 29 luglio gli agenti del commissariato Garibaldi-Venezia arrestavano un 15enne tunisino arrivato in Italia come minore non accompagnato, accusato di ben sette rapine a danno di coetanei, tutte avvenute tra il 15 novembre e il 5 dicembre 2019 e sempre tra le 16 e le 18, fascia oraria in cui poteva allontanarsi dalla comunità presso la quale era ospite e dove pare seguisse anche un corso di studio. Il soggetto in questione colpiva nella zona di piazza Oberdan (Porta Venezia), sempre in punti dove non erano presenti videocamere di sorveglianza e prendeva di mira i coetanei minacciandoli con un taglierino o con un coltello. Il tunisino faceva tra l’altro parte di un gruppo composto da altri tre nordafricani 17enni che avevano organizzato un raid punitivo con bottiglie rotte e cinte in zona Rubattino, contro dei coetanei dopo una lite sui social e avevano anche accoltellato un ragazzo di 16 anni. Il gruppo è ora accusato di tentato omicidio e lesioni personali gravi.

Le modalità con le quali vengono effettuate le aggressioni varia in base all’obiettivo e al contesto di riferimento. In quattro casi di rapine o scippi i risvolti sono stati violenti, con veri e propri pestaggi come nei casi di Caiazzo e via Tadino, dove le vittime sono state scaraventate a terra e picchiate da gruppi che andavano dai due fino ai nove soggetti; entrambe le aggressioni avvenute in piena notte. Fondamentali duenque aggressività ed effetto sorpresa. Stessa cosa per quanto riguarda l’aggressione a scopo di rapina avvenuta a Cormano, dove il soggetto è stato avvicinato e colpito con un pugno al volto. Anche lo scippo avvenuto in Triennale è poi sfociato in violenza nel momento in cui la ragazza derubata e la sua amica hanno rincorso lo scippatore, venendo aggredite dai compari del soggetto in fuga.

Il filmato del furto del telefonino in Stazione Centrale, perpetrato da due maghrebini ai danni di una ragazza che era in procinto di salire sulla metropolitana, mette invece in evidenza come gli scippatori abbiano sfruttato la prolungata distrazione della donna che era intenta a consultare il telefono e non si è accorta dei due che aveva alle spalle. Se infatti il gesto dello “strappo” è stato veloce, l’avvicinamento lo è stato un po’ meno. Curioso poi come nessuno sulla banchina si sia reso conto di quanto stava avvenendo e abbia avvisato la ragazza. Questo caso fa emergere ancora una volta quanto sia importante e spesso trascurata, la cosiddetta “situational awareness”, ovvero la consapevolezza di quanto avviene attorno a noi. Telefonini e cuffie per ascoltare la musica sono spesso strumenti che portano infatti il cittadino ad alienarsi dall’ambiente circostante, rendendosi così vulnerabile ad attacchi di scippatori e rapinatori che sfruttano così l’effetto sorpresa.

Differente invece il caso della gang di nordafricani che aggredisce coetanei (e non solo) per il semplice piacere di recare danno; il caso fa pensare a vere e proprie bande giunte dalla periferia per colpire in centro, come già visto anche nelle metropoli francesi e britanniche. In questo caso possono subentrare tutta una serie di fattori tra cui l’astio e la voglia di vendetta nei confronti di chi viene visto come “privilegiato” in quanto presumibilmente in condizioni socio-economiche migliori, un senso di rivalsa e un illusorio senso di appartenenza territoriale/clanica che lascia in realtà il tempo che trova.

Per quanto riguarda invece le sette rapine messe a segno dal 15enne tunisino ospite di una comunità, è sorprendente come già a 15 anni si fosse preoccupato di esaminare accuratamente i punti precisi della zona di Porta Venezia dove non vi sono videocamere di sorveglianza e la scaltrezza nel prendere di mira coetanei minacciandoli col taglierino per poi rientrare in comunità a seguire i suoi corsi di studio, con tanto di bottino. Un episodio che deve fare seriamente riflettere sullo spessore criminale di giovanissimi non accompagnati che vengono lasciati entrare e scorazzare per il territorio grazie a Istituzioni assenti e leggi inadeguate.

Milano non si ferma.




5 pensieri su “Milano occupata da clan di immigrati: “Si divertono a pestare gli italiani””

  1. mil’ano è la patria di froci’ano , tutti negger bivacconi li, zona centrale caizzo buenos aires dove i super iper radical chic choc hanno le case di peoca napoleonica e inizii 900, in quella zona la tipa psicopatica presidenta voleva comprare casa!

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