Ha vinto Salvini: nessun immigrato della Alan Kurdi verrà in Italia. Passa la linea del Viminale: se una nave imbarca clandestini senza lasciare la gestione del caso alla Guardia costiera della Libia dove, ricordiamolo, i porti continuano ad essere sicuri, come tutto il Paese, tranne una piccola zona a sud di Tripoli, non è un problema dell’Italia.
L’aeroporto di Tripoli è operativo, ad esempio:
Ci siamo: 160 africani diretti in Italia rimpatriati con volo aereo
E poi, in ogni caso, se proprio si è schizzinosi verso la Libia, il porto sicuro alternativo più vicino è la Tunisia:
Dunque i 64 clandestini recuperati il 3 aprile scorso in Libia, dopo lo sbarco a Malta, ma senza approdo per la nave dell’Ong, verranno suddivisi tra Germania, Francia, Portogallo e Lussemburgo. L’annuncio è stato dato stamattina dal premier maltese Joseph Muscat. La soluzione ad una situazione complicata che si protraeva da settimane è arrivata “grazie a un efficace coordinamento della Commissione europea”. Nessuno degli immigrati di Alan Kurdi rimarrà a La Valletta. Il premier, così come il governo italiano, è stato chiaro fin da subito: Malta “non può permettersi di assumersi questo onere da sola”. E neppure l’Italia, come detto.
Salvini – in seguito al caso Sea Watch – ha emanato una direttiva per impedire alle navi umanitarie di sbarcare nei porti italiani. Per questo Sea Eye si è ben guardata dall’avvicinarsi, dopo un primo tentativo di ricatto. Speravano in un peggioramento del mare che non c’è stato e che avrebbe permesso il loro ingresso a Lampedusa.
Ma quella di Salvini è una vittoria italiana, non europea. E parziale. Dovevano ritornare in Africa.
Il traffico, in questo modo, non si fermerà. A meno che non vengano tolte le bandiere a queste navi di trafficanti umanitari.
A proposito: perché l’Italia non l’ha ancora tolta a quella di Casarini?
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