Pisa: guida gay molestata da senegalesi, perché difende turiste

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PISA – «Mi offendono perché sono omosessuale, e perché pretendo di far rispettare le regole. E il paradosso è che devo sentirmi dare del razzista o essere minacciato da chi delinque alla luce del sole».

Lui è Roberto Alberti, 47 anni, pisano, omosessuale senza ostentazioni. Da sei mesi è nel mirino dei venditori abusivi che infestano Piazza dei Miracoli ‘grazie’ alla connivenza del Comune.

guidapisa

Da anni gira con il suo risciò fa la spola tra la stazione e l’area del Duomo raccontando ai turisti la storia della città. E il degrado che è costretto a mostrare non gli piace.

Alberti fa risalire l’ostilità dei clandestini senegalesi, sfociata anche in un’aggressione, al Natale 2014.

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Lui, che aveva sempre difeso gli abusivi, per uno sbagliato senso di solidarietà tra ‘minoranze’: «A dicembre, poco prima di Natale, che una coppia di italiani fosse ai tavoli all’aperto del Caffè Duomo. Ho contato almeno 18 senegalesi che a turno sono andati a proporre merce o chiedere soldi. Alla fine questi turisti se ne sono andati indispettiti. A quel punto ho detto ai venditori: “Ragazzi, così non va bene”. Non l’avessi mai fatto».

«Non solo gli uomini mi offendono dandomi del frocio di m…. – aggiunge Alberti –. Pure le donne ci si mettono e incitano anche i bambini a ripetere quello che dicono gli adulti. Una volta mi hanno aggredito prendendomi a schiaffi e spintoni. Sono andato dai carabinieri a denunciare l’episodio, ma non è successo niente. Solo quando ci sono i vigili urbani in zona riesco a stare tranquillo».

Alberti cita un’altra situazione, quella di veder circondato il risciò quando lo lascia incustodito per brevi assenze, magari per andare a prendere un caffè. Un accerchiamento che sa di intimidazione.

«Questi venditori hanno una prepotenza incredibile – spiega –. E se mi azzardo a rispondere alle loro sopraffazioni mi danno pure del razzista. Mi intimidiscono perché pensano che non voglia reagire per la mia omosessualità. Si sbagliano. Vendono merce taroccata e disturbano i turisti ai tavoli nella più completa impunità. Capita anche che se ho delle turiste carine sul risciò certi
stranieri, sui lungarni, allunghino le mani. E allora devo correre per evitare situazioni sgradevoli. L’omofobia verso di me è una risposta alla pretesa di una legalità che non c’è. Ormai mi vedono come un ostacolo ai loro affari illeciti. E vengo pure offeso».

Le associazioni gay favorevoli all’immigrazione, lo sono perché i loro membri vivono in torri d’avorio.

La soluzione sarebbe semplice: una qualche decina di patrioti si riunisce e poi si lancia verso piazza dei Miracoli. Distruggendo la merce abusiva esposta dai clandestini.