Un gruppo di femministe italiane ha organizzato manifestazioni per chiedere l’evacuazione delle donne dall’Afghanistan!
“Siamo pronte a dare spazio e voce alle donne afghane che sono qui con noi, per una battaglia di libertà”.
È iniziata così a piazza del Popolo a Roma la manifestazione ‘Oggi più che mai #Nonlasciamolesole’, iniziativa “nata da una assemblea di donne, non abbiamo nessuno dietro, è una piazza femminista, è una iniziativa nata dal basso” – sottolineano le donne presenti.
Da Roma a Milano, da Venezia a Bari, da Lecce ad Olbia sono state tante le piazze che hanno ospitato le italiane scese al fianco delle afghane, con il supporto di associazioni, movimenti e sindacati.
In piazza anche le militanti della fondazione Pangea, con P disegnata sulla mano, ‘la “stessa P che nei giorni drammatici della presa dei talebani è diventata un simbolo: il lasciapassare verso la libertà disegnato sulla mano di molte donne e uomini accalcati all’aeroporto. Per tutte e tutti loro, dal palco chiediamo – hanno spiegato le organizzatrici – che i diritti delle donne non siano argomento di negoziazione né retrocedano rispetto a quanto era stato conquistato in Afghanistan: istruzione, lavoro e possibilità di manifestare per tutte e tutti; che le donne possano partecipare alla vita politica e siano nei tavoli internazionali sui processi di mediazione di pace per l’Afghanistan come richiede la risoluzione Onu 1325 su Donne Pace e Sicurezza”.
Tra le bizzarre richieste portate avanti con la manifestazione anche la creazione di “un Osservatorio permanente sui diritti delle donne in Afghanistan, al ministero Affari Esteri e all’Onu, per monitorare la condizione femminile e intervenire sulle violazioni; un piano straordinario di evacuazione umanitaria per chi vuole lasciare il paese, con particolare attenzione alle donne che hanno maggiori difficoltà a trovare vie di fuga in maniera protetta; un piano di accoglienza in Italia dei richiedenti asilo che rispetti le questioni di genere e che tenga conto delle storie di violenza che vivono le donne nei paesi di provenienza, durate il transito e all’arrivo”.
Peccato che le afghane non siano d’accordo e siano fuggite appena evacuate:
E poi: “intervenire sulle violazioni”, come, facendo un’altra guerra?
Libbbbbbbberrrrtttah!
Le intarratea andranno forse a fare le puttane?