Ieri la dichiarazione di Salvini sull’abuso del ricorso all’aborto delle immigrate:

Tra le varie frecciatine lanciate dal palco dei congressi dell’Eur di Roma, Matteo Salvini ha puntato il dito contro le donne straniere che si presentano nei pronto soccorso di Roma per chiedere l’aborto.
Nel corso della manifestazione “Roma torna capitale” il segretario della Lega ha lanciato un messaggio che è risuonato forte e chiaro: “Ci sono migliaia di cittadini che non pagano una lira. Io dico che la terza volta che ti presenti paghi”.
Scendendo nel dettaglio, Salvini ha sottolineato come non intenda affatto giudicare la scelta di abortire o meno perché “è giusto che sia la donna a scegliere”. In ogni caso, ha proseguito il leghista, “non puoi arrivare a prendere il pronto soccorso come la soluzione a uno stile di vita incivile per il 2020”.
Il problema principale è che gli immigrati, a detta dell’ex ministro dell’Interno, “hanno scambiato i pronto soccorsi per l’anticamera di casa”. “Delle infermiere del pronto soccorso di Milano – ha raccontato Salvini – mi hanno segnalato che ci sono delle donne che si sono presentate per la sesta volta per una interruzione di gravidanza”.
La sinistra è subito intervenuta a difesa di chi elimina i bambini prima che nascano. In particolar modo in difesa delle abortiste seriali.
Ma al di là della questione etica, che è comunque centrale, l’unica prestazione che dobbiamo fornire gratis alle immigrate come queste è proprio l’aborto. Pratica mostruoso, soprattutto se seriale, ma dal nostro punto di vista meno soldati per il loro esercito.
La loro elevate propensione all’aborto è uno dei pochi ostacoli alla sostituzione etnica. Anche se è bruttissimo dirlo.
E dipinge perfettamente la ‘cultura’ di chi ci sta invadendo: se abortiscono sei figli di fila, cosa sono pronti a fare ai vostri?
Per chi abortisce una volta – ovviamente non parliamo di casi come stupri o patologie – si può anche trovare una motivazione, visto che non è una scelta fatta a cuor leggero. Chi lo fa sei volte è una serial killer.
L’aborto è un omicidio. Possiamo discutere solo se sia utile o meno proibirlo per diminuirne il numero, ma non è un diritto umano della donna, manco per il cazzo. Altrimenti sarebbe un diritto umano anche uccidere il fidanzato di una ragazza che ti piace, non impedisce anche lui la tua ‘felicità’?
E poi, l’aborto è anche una questione demografica. Il 22 maggio 1978, quarant’anni fa, veniva approvato il più grande genocidio mai concepito in Italia. Da allora sono stati uccisi prima di uscire dal grembo materno 6 milioni di bambini Italiani. Che poi è lo stesso numero – casuale – di immigrati che qualcuno vorrebbe in Italia. Prima hanno creato il vuoto, ora vogliono riempirlo.
Non è un caso che coloro che furono i più feroci sostenitori dell’aborto siano oggi i più esaltati fans dell’immigrazione:
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Tutto rientra in un più ampio piano a lungo termine di sostituzione etnica. L’aborto non doveva essere legalizzato, ma oggi abolirlo sarebbe demograficamente un danno. Anche se rimane un crimine contro i bambini.
E anche se il ricorso all’interruzione di gravidanza – termine tecnico per l’omicidio di un bambino – è in costante calo tra le italiane, rimane comunque un’emergenza demografica e un’offesa alla sacralità della vita umana.
Va detto che, a differenza di quanto millantano i media di distrazione di massa, gli italiani non hanno mai votato a favore dell’aborto: il referendum radicale venne bocciato. Gli italiani approvarono, non abrogandola, la legge 194 che permetteva l’aborto solo in caso di pericolo per la madre: ‘pericolo’ che, come sappiamo, è stato poi utilizzato per dare il via libera ad aborti anche in caso di ‘disagio psicologico’, de facto il via libera all’aborto tout court.
Nel 2016, ultimo dato disponibile, il numero di aborti è stato pari a 84.926, segnando un meno 3.1% rispetto all’anno precedente quando ne erano state registrate 87.639. Fortunatamente, parliamo nel 30 per cento dei casi di immigrate, ma ciò non toglie che anche nel 2016, 62 mila bambini italiani sono stati eliminati prima di nascere.
E la diminuzione potrebbe essere dovuta all’effetto “pillola dei 5 giorni dopo”, ovvero l’aborto precoce.
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Un terzo degli aborti in Italia continua ad essere a carico delle donne straniere. Dopo un aumento importante nel tempo, gli aborti si sono stabilizzati e negli ultimi tre anni cominciano a mostrare una tendenza alla diminuzione: sono il 30% di tutte le IVG nel 2016, rispetto al 31.1% nel 2015. Per tutte le classi di età le straniere restano ancora più elevati delle italiane di 3 volte.
In conclusione: un italiano che oggi festeggia la legge 194 è come se un ebreo che celebrasse la conferenza di Wannsee. Quel giorno è stato deciso lo sterminio preventivo di un popolo. E non tirate fuori il diritto della donna, quando si parla di diritti, si pensa sempre al più debole: è nel caso delle donna incinta, il più debole è il bambino nel suo grembo.
Di certo sappiamo che nessuna donna sana di mente abortirebbe se non fosse costretta, quindi dobbiamo rimuovere i motivi economici che costringono le donne ad abortire. Ma nondimeno, la legge 194 è un omicidio di Stato. E chi abortisce sei volte è un serial killer.
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