Aborto: oggi è la giornata mondiale dell’infanticidio

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Il 28 settembre è la Giornata mondiale per l’aborto libero, sicuro e gratuito: ovvero l’omicidio a carico dei contribuenti di un bambino.

L’aborto è un omicidio. Possiamo discutere solo se sia utile o meno proibirlo per diminuirne il numero, ma non è un diritto umano della donna, manco per il cazzo. Altrimenti sarebbe un diritto umano anche uccidere il fidanzato di una ragazza che ti piace, non impedisce anche lui la tua ‘felicità’?

E poi, l’aborto è anche una questione demografica. Il 22 maggio 1978, quarant’anni fa, veniva approvato il più grande genocidio mai concepito in Italia. Da allora sono stati uccisi prima di uscire dal grembo materno 6 milioni di bambini Italiani. Che poi è lo stesso numero – casuale – di immigrati che qualcuno vorrebbe in Italia. Prima hanno creato il vuoto, ora vogliono riempirlo.

Non è un caso che coloro che furono i più feroci sostenitori dell’aborto siano oggi i più esaltati fans dell’immigrazione:

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Tutto rientra in un più ampio piano a lungo termine di sostituzione etnica.

E anche se il ricorso all’interruzione di gravidanza – termine tecnico per l’omicidio di un bambino – è in costante calo tra le italiane, rimane comunque un’emergenza demografica e un’offesa alla sacralità della vita umana.

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Va detto che, a differenza di quanto millantano i media di distrazione di massa, gli italiani non hanno mai votato a favore dell’aborto: il referendum radicale venne bocciato. Gli italiani approvarono, non abrogandola, la legge 194 che permetteva l’aborto solo in caso di pericolo per la madre: ‘pericolo’ che, come sappiamo, è stato poi utilizzato per dare il via libera ad aborti anche in caso di ‘disagio psicologico’, de facto il via libera all’aborto tout court.

Nel 2016, ultimo dato disponibile, il numero di aborti è stato pari a 84.926, segnando un meno 3.1% rispetto all’anno precedente quando ne erano state registrate 87.639. Fortunatamente, parliamo nel 30 per cento dei casi di immigrate, ma ciò non toglie che anche nel 2016, 62 mila bambini italiani sono stati eliminati prima di nascere.
E la diminuzione potrebbe essere dovuta all’effetto “pillola dei 5 giorni dopo”, ovvero l’aborto precoce.

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Un terzo degli aborti in Italia continua ad essere a carico delle donne straniere. Dopo un aumento importante nel tempo, gli aborti si sono stabilizzati e negli ultimi tre anni cominciano a mostrare una tendenza alla diminuzione: sono il 30% di tutte le IVG nel 2016, rispetto al 31.1% nel 2015. Per tutte le classi di età le straniere restano ancora più elevati delle italiane di 3 volte.

In conclusione: un italiano che oggi festeggia la legge 194 è come se un ebreo che celebrasse la conferenza di Wannsee. Quel giorno è stato deciso lo sterminio preventivo di un popolo. E non tirate fuori il diritto della donna, quando si parla di diritti, si pensa sempre al più debole: è nel caso delle donna incinta, il più debole è il bambino nel suo grembo.

Di certo sappiamo che nessuna donna abortirebbe (diciamo il 99%) se non fosse costretta, quindi dobbiamo rimuovere i motivi economici che costringono le donne ad abortire. Ma nondimeno, la legge 194 è un omicidio di Stato.

E poi diteci che non sono bambini: il ‘feto’ che danza




8 pensieri su “Aborto: oggi è la giornata mondiale dell’infanticidio”

  1. Ragionare col senno di poi è facile, immagino che chi scrive sia relativamente giovane e non abbia vissuto gli anni 60′ 70′. Scegliere di avere un determinato numero di figli era visto come il raggiungimento di una civiltà insperata e inusitata, la donna ha scambiato la facoltà di lavorare con l’obbligo di doverlo fare, per motivi economici. In quegli anni molte donne sono state spinte a far carriera, dai media dalla società in genere, facendo loro credere che avrebbero raggiunto una maggiore autonomia e mancipazione, ben presto tutti si sono resi conto che il fenomeno coinvolgeva ceti sempre più bassi e non vi era più dietro il desiderio di avere una vita più florida ma al contrario le donne erano costrette a lavorare sempre più, per mantenere una dignità in famiglia in quanto c’era una contrazione degli stipendi e l’uomo non poteva più lavorare da solo perché la sua paga non era minimamente adeguata e questo “grazie” alla sinistra, cigl & company che invece che fare gli interessi del lavoratore hanno sempre fatto quelli dei potenti.
    Se si pensa alla Cina che ha ridotto grazie alle leggi il numero della popolazione, direi che in Africa l’aborto è una pratica che lambisce la santità. Altro che vietarlo! Scherziamo?

    1. Sarà come scrivi tu, però a mio avviso è meglio fare molti figli in maniera consapevole, che in maniera involontaria e senza potergli garantire una vita dignitosa. Ed é quello che succedeva in molte zone d’Italia, soprattutto al Sud, fino a 50 anni fa, dove vi erano bellissime famiglie numerose, ma che purtroppo vivevano in maniera indecorosa.

      La legge 194 non era affatto necessaria, perché quando fu approvata dal governo monocolore DC nel 1978, il tasso medio di fecondità era di 2,1 figli per donna, ed era drasticamente calato rispetto a un decennio prima, dimostrazione che gran parte degli italiani era a conoscenza dei metodi contraccettivi. All’epoca gli abortisti sostenevano che la legalizzazione dell’aborto era necessaria per contrastare la “piaga” degli aborti clandestini, che in realtà era un fenomeno limitato e a pagamento. Con la 194 l’aborto divenne di massa e gratuito, e da qui si spiegano i 6 milioni di bambini italiani a cui è stato impedito di nascere, ovvero 1/4 delle nascite potenziali in meno che hanno causato danni alla nostra demografia.

      Ma uno Stato che invece di tutelare e agevolare fiscalmente chi fa più figli consentendo di avere il minimo indispensabile per vivere dignitosamente, induce le donne ad abortire perché non possono mantenere troppi figli, é semplicemente uno Stato vergognoso. E oggi, a 41 anni di distanza, e con tutti i nefasti effetti provocati dall’aborto legale, gratuito e di massa, che ci ha reso meno fecondi e più vecchi, questo stesso Stato italiano incoraggia l’immigrazione afroislamica e la politica invoca la sua prolificità per risolvere il problema.

      1. Quando ho detto che chi scrive è a favore delle nascite selvagge, ovviamente mi riferivo a Vox che trova la pratica dell’aborto deplorevole. Non alle risposte. “Aied” si chiamava così l’associazione, in quegli anni era gratuito, tuttavia non erano medici che praticavano ma ragazze, donne, mi pare che anche la politica col turbante in testa si adoperó personalmente. È naturale che oggi possa sembrare che l’intento sia stato quello di assottigliare le fila italiane ma non credo che quella cretina fosse così lungimirante da agevolare l’Africa e i relativi indigeni 50 anni dopo.
        La scelta di avere o non avere un figlio, per una coppia italiana, quello che frena di più sia l’incertezza generalizzata del domani, di politici pericolosi, non solo la posizione economica traballante.

        1. E l’egoismo. E la poca voglia di prendersi responsabilità. Ed il femminismo che ha sminuito il ruolo di moglie e madre.

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