Coop in rivolta: “Con Salvini non c’è profitto”

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La rivolta delle cooperative che fanno soldi col business dell’accoglienza prende forma in un accordo firmato delle sezioni emiliane di Legacoopsociali, Confcooperative e Agci Solidarietà.

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Il succo dell’accordo è una critica ai tagli voluti dal Viminale che hanno portato i costi a fancazzista da 35 a 20 euro al giorno. Come già abbiamo riportato in un altro caso:

Coop e Caritas ricorrono al TAR contro tagli Salvini: “Vogliamo 35 euro”

“Oltre alla riduzione del 40% delle risorse disponibili per ciascun richiedente asilo – denuncia Confcooperative – la stima dei costi medi di riferimento allegata al nuovo schema di capitolato non prevede i costi aziendali relativi alle disposizioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, cosi’ come non sono previsti costi di allestimento e manutenzione delle strutture d’accoglienza, la fornitura di farmaci e prestazioni sanitarie non coperte dal servizio nazionale e neppure le spese generali a carico dell’impresa, quando la stessa autorita’ nazionale Anticorruzione stabilisce che la stazione appaltante ha il dovere di valutare la congruita’ dell’offerta economica delle spese per la sicurezza e di quelle generali”.

La questione centrale, concludono le coop “resta comunque il deterioramento della quantita’ e della qualita’ dei servizi di accoglienza, che contemporaneamente colpisce i richiedenti protezione internazionale, espone a nuovi rischi le comunita’ e svilirebbe il ruolo e le competenze costruite dalla cooperazione sociale per far fronte ad un’urgenza umanitaria senza precedenti”.

Secondo le tre associazioni firmatarie dell’accordo il nuovo “schema del capitolato” ridurrebbe “la qualità” dei servizi forniti ai migranti e rischierebbe così di disperdere il “patrimonio etico e materiale della buona accoglienza”.

“Chi vedeva l’immigrazione come un mangiatoia da oggi è a dieta – aveva detto Salvini presentando i tagli all’accoglienza – Mafia, ‘ndrangheta, pseudocoop non troveranno più conveniente interessarsi dei migranti e a lavorare nel mondo dell’accoglienza rimarranno i veri volontari”.

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E aveva ragione. Infatti, nero su bianco si legge: “non sono previsti utili di impresa” né le “spese generali”.

Insomma, Salvini non ha tenuto conto che le coop vogliono guadagnare con il business dell’accoglienza. Il Pd, invece, ne aveva fatto un punto centrale del proprio programma.

Per anni hanno traghettato e trasformato finti profughi in profughi per foraggiare le coop di partito. Ora la pacchia è finita. E non ci stanno.

E Salvini festeggia:




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