Se leggendo quello che segue non vi incazzate, allora avete già inalato l’ossitocina:
Per svelare quanto possono essere scaltri nei negoziati, a differenza dei «neri» che dormono nelle altre tre palazzine, un investigatore ha ribattezzato gli abitanti dell’edificio marrone gli «uomini del deserto». Quella dei «somali»: quasi 400 persone, con etiopi ed eritrei, che vivono nell’edificio destinato ad essere sgomberato nel giro di un mese. Ex Moi, via Giordano Bruno.
E da giorni si lavora a una trattativa riservata per avviare il trasferimento dei «somali».
Un lavoro di sherpa e mediatori, di offerte e controfferte, intorno a un tavolo dove ognuno ha qualcosa da perdere e da guadagnare in una partita chiamata «progetto di liberazione».
Ieri mattina, i rappresentanti di prefettura e questura hanno incontrato i «capi bastone» delle tribù di questo caleidoscopio di vite arenate dove c’erano i Mercati Generali.
Accompagnati dal project manager del progetto Moi, Antonio Maspoli, sono andati a rilanciare una discussione che va avanti da settimane tra accelerate, stop e sospetti.
I rappresentanti della palazzina marrone, dove vive un gruppo storico di occupanti più legati tra loro, avevano deciso di far saltare il banco all’ultima curva prima del traguardo.
Addio accordo. «Non vogliamo accettare nessuna proposta da parte dell’équipe di mediatori». Una presa di posizione che nascondeva, forse, il tentativo di aprire la porta all’ennesimo rilancio in quella che sembra diventata una sfida di nervi. I mediatori del progetto di liberazione hanno lavorato da strateghi. Individuando i leader e sondando le disponibilità ad abbandonare l’ex Moi senza l’uso della forza.
«Il percorso che proponiamo mira a renderli autonomi — dicono dal Comune —. Come fatto in passato». In via Giordano Bruno dove a novembre, nonostante una forte resistenza, si riuscì a liberare quel garage dove vivevano in cento, uomini e donne, come topi.
L’offerta del progetto? Dodici mesi in una struttura protetta, tre di corso di formazione per imparare il lavoro che desiderano, poi 6 di tirocinio e, infine, gli ultimi quattro di occupazione con contratto a tempo determinato.
A cui quelli dell’ex Moi hanno replicato alzando la posta in palio. «Dopo due anni saremo un’altra volta in mezzo alla strada — hanno risposto —. Cosa vogliamo? Cinque anni di affitto in un appartamento. E permessi e titoli di viaggio per chi li aspetta da anni».
Il Comune ha pubblicato gli esiti del bando da 1 milione di euro per cercare posti letto dove spostare i profughi. Hanno risposto 5 cooperative.
E questa, Appendino e grillini, sarebbe la legalità? Trattare con dei delinquenti che andrebbero solamente presi e messi in galera dopo l’occupazione di anni di palazzine pubbliche costruite per le Olimpiadi (ora la Appendino ne vuole organizzare altre!) e dove per anni hanno spacciato e stuprato ragazzine disabili?
Vomitevole. Leggere delle richieste di questi occupanti abusivi, che pretendono casa gratis e lavoro a tempo indeterminato, mentre gli italiani non hanno né l’una né l’altro.
Ora però, la prefettura dipende dal nuovo ministro dell’Interno. Salvini deve impedire questo scempio. Non può essere complice di questo scempio.
Legge cosa facevano nelle palazzine:
MARIA, RAGAZZINA DISABILE: STUPRATA A TURNO DAI PROFUGHI PER 30 ORE
Ora vogliono usare i vostri soldi per mantenerli. Fanculo.