Facebook censura storico per frase “Islam non fa parte della storia tedesca”

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Facebook continua a reprimere la libertà di espressione. Ha censurato uno storico tedesco che ha pubblicato un post riflessione sull’influenza storica dell’Islam in Germania.

Lo storico si è espresso condividendo la posizione di molti leader politici tedeschi – tranne Merkel – secondo la quale l’islam non è parte della Germania. Una ovvietà. Ma si sa, in tempi come questi, dire la verità è un atto rivoluzionario. Ed è proibita sul social network del bullo coi brufoli.

Facebook ha così bloccato lo storico, anche se il 76% dei tedeschi concorda con lui che l’Islam non “appartiene alla Germania”. Praticamente tutti i tedeschi di sangue.

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Michael Hesemann, giornalista e storico del Vaticano con un dottorato per il suo lavoro nel portare alla luce documenti sul genocidio armeno, ha pubblicato il post che secondo Facebook “non corrisponde ai nostri standard comunitari”. Il messaggio offensivo era un’affermazione precisa e storica.

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I moderatori di Facebook? La metà sono islamici, l’altra africani

Proprio ieri, Zuckerberg è stato accusato durante l’audizione al Congresso Usa dal senatore repubblicano del Texas di censurare contenuti di destra. Lui ha risposto che a farlo è il fantomatico ‘algoritmo’.

E’ tempo di prendere l’algoritmo e infilarglielo su per il mouse.