Ecco dove il minore integrato voleva uccidere italiani: la mappa del ‘nuovo italiano’

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Arrestato un minore islamico per terrorismo: voleva uccidere italiani a Bergamo – VIDEO

Il minore, secondo le indagini è stato inoltre trovato in possesso di numerosissimi contenuti riconducibili allo Stato Islamico, tra cui video di esecuzioni e manuali relativi alle armi e al confezionamento di ordigni, che diffondeva anche sulla rete, esortando gli altri giovani internauti a passare all’azione.

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Il ragazzino è stato tenuto sotto osservazione da parte dei poliziotti della Digos di Bergamo e di Brescia e del Servizio per il Contrasto all’Estremismo e al Terrorismo Esterno della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione a causa del suo rapido processo di radicalizzazione violenta e alla pubblicazione sui social di video di propaganda jihadista riconducibili all’Isis: l’attività investigativa, svolta anche con i contribuiti del comparto Intelligence e delle forze di polizia straniere, ha fatto emergere l’appartenenza del minore a una rete di giovani internauti sostenitori del Daesh, presenti in diversi Paesi d’Europa e d’America, molti dei quali arrestati nelle scorse settimane.

Secondo le indagini il giovane aveva individuato alcuni luoghi target dove mettere in atto attentati esplosivi, poco lontano da Olera, Ponteranica e Castello della Moretta.

Quella dei ricongiungimenti familiari è una vera emergenza nazionale: è immigrazione di ripopolamento, non da lavoro.

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Questo è un dramma per il futuro dell’Italia: perché vogliono sostituirci e mentre i lavoratori tornerebbero a casa a favore di altri, in una rotazione continua, questi mettono su famiglie come i coloni.

E, poi, sono anche dei criminali. E i terroristi islamici.

La propensione dei minori stranieri al crimine è 7 volte superiore rispetto a quella dei minori italiani e primeggiano per il reato di sequestro di persona (62 per cento del totale), di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione (80 per cento), di furto (53 per cento), di rapina (52 per cento), e di incendi (60 per cento).

Numeri allarmanti:

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