Un processo in cui delle toghe decidono se i cittadini hanno o meno la sovranità di decidere chi respingere ale proprie frontiere: e’ eversione.
Matteo Salvini e l’avvocato Giulia Bongiorno al Carcere Pagliarelli di Palermo per la prima l’udienza del processo Open Arms. La nave negriera:
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All’inizio dell’udienza la Procura di Palermo ha chiesto al tribunale l’interrogatorio del leader della Lega. Tra le richieste probatorie anche le testimonianze di Giuseppe Conte è Luciana Lamorgese.
“Qui Aula di Giustizia del carcere di Palermo. Il processo voluto dalla sinistra e dai tifosi dell’immigrazione clandestina comincia: quanto costerà ai cittadini italiani?”, ha scritto su Twitter Salvini, postando un suo selfie dal tribunale, con tanto di gabbia e sbarre alle sue spalle.
“L’Italia non era competente ad assegnare il porto sicuro”, ha detto in aula, durante il suo intervento, l’avvocata Giulia Bongiorno. Secondo la difesa sarebbe stata la ong spagnola Open Arms a “commettere delle violazioni”. La legale ha anche fatto sapere che intende portare in aula il diario di bordo della nave della ong. “Questi e altri documenti dimostrano che c’era una linea di governo su questi temi”.
Chiesta inoltre la produzione della sentenza di non luogo a procedere emessa dal gup di Catania Nunzio Sarpietro nell’ambito dell’inchiesta per sequestro di persona per la nave Gregoretti. Infine, ha chiesto la mail “dalla quale risulta che Opne arms dopo avere denunciato problemi di salute di alcuni migranti soccorsi non ha indicato chi stava male e così non ha permesso gli sbarchi”.
L’obiettivo era politico:
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Fondatore ong: “Qui per avere giustizia”
“Siamo qui per avere giustizia. assicurare un porto sicuro non è una scelta politica ma di umanità”, ha detto Oscar Camps, il fondatore della ong Open Arms arrivando all’aula bunker. “Noi abbiamo rispettato le convenzioni internazionali- dice -a prescindere dalla politica le persone soccorse in mare vanno salvate”.
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