In carcere – a Gela – ci sono stati poco, anzi pochissimo. Gli arresti dei gambiani – bloccati, nella notte fra venerdì e sabato, per spaccio di sostanze stupefacenti – sono stati tutti convalidati dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, che ha disposto l’immediata liberazione dei due che, in primissima battuta, erano stati posti ai domiciliari. Ad entrambi è stato applicato il divieto di dimora ad Agrigento. Il terzo – che era già ai domiciliari da dove, secondo l’accusa, spacciava – torna ad essere sottoposto alla misura cautelare che già aveva.
Concordava prezzo e incontri su Whatsapp o Instagram e smerciava con delle “pedine” perché era ai domiciliari: 4 arresti
I giovanissimi sono stati trovati in possesso, nell’abitazione in cui vivevano, di cocaina e hashish. I carabinieri del nucleo Operativo e Radiomobile della compagnia di Agrigento hanno sequestrato a due degli indagati 7 grammi di cocaina e 5 grammi di hashish e ad un altro 6 grammi di polvere bianca e un pezzetto di hashish dal peso di 0,5 grammi. Per tutti il “fatto – per quantità dello stupefacente e per le modalità della condotta – è stato ritenuto di lieve entità”.A richiedere l’emissione della misura cautelare del divieto di dimora ad Agrigento per tutti e tre gli indagati (per colui che era già ai domiciliari, questo provvedimento è sospeso fino al momento della definizione della misura custodiale in atto) era stata la Procura della Repubblica. E il divieto di dimora ad Agrigento è apparso, al gip, “idoneo per evitare il rischio concreto e attuale della recidivazione”.

Prendere nota dei nomi che poi glielo chiediamo.
Acciaio
Potremmo chiedere conto ai magistrati del loro operato se e solo se il Potere Giudiziario fosse elettivo.