Difficile indagare decine di migliaia di cittadini. Ricordate: se lo fa uno è reato, se lo fanno tutti è una rivoluzione.
La procura di Torino ha chiesto di archiviare la denuncia presentata da Daisy Osakue, la figlia di un boss nigeriano componente della nazionale italiana di atletica che nel 2018 lamentò la comparsa sui social network di centinaia di messaggi ‘razzisti’ nei suoi confronti dopo la sceneggiata dell’uovo sodo.
Rivolta social contro gli Osakue, lanciata petizione per cacciarla
Il caso era scoppiato in seguito a un episodio avvenuto il 30 luglio di quell’anno, quando Daisy, a Moncalieri, fu colpita da un uovo lanciato da un’auto in corsa. La notizia fu ampiamente commentata su internet. Poi emerse la verità:
La procura, secondo quanto si è appreso, ha preso atto del carattere oggettivamente diffamatorio dei messaggi, ma ha sottolineato che è particolarmente difficile identificare con certezza gli autori anche perché Facebook, di prassi, non fornisce i dati alla polizia postale.
Viviamo in un Paese dove le procure, invece degli stupratori, perdono tre anni ad indagare per le presunte offese alla figlia di un boss nigeriano.
Governo 💩💩💩💩💩💩
Italiani 🐑🐑🐑🐑🐑🐑