Lo studio: in Italia seconda ondata causata da porti e frontiere aperte

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Conte ha chiesto agli italiani di rinunciare alla libertà in cambio della salute. Abbiamo perso la libertà e anche la salute.

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Nonostante i vari lockdown, infatti, il nostro numero di morti è tra i più alti d’Europa, siamo secondi solo al Belgio.

Il Regno Unito di Boris Johnson ha un’incidenza di morti inferiore all nostra. Per non parlare della Germania, che pur registrando rivolte di piazza contro l’uso della mascherina e i lockdown, presenta una incidenza che è quasi un quarto dell’Italia.

La Svezia, indicata dai nostri media come ‘irresponsabile’ per non avere voluto chiudere tutto, è riuscita a fare ancora meglio. E per finire, ci sono quattro Stati (Irlanda, Danimarca, Norvegia e Finlandia) che non avuto nemmeno la seconda ondata. Mentre noi siamo in attesa della terza.

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Ogni paese che ha evitato la seconda ondata ha adottato, come osserva Luca Ricolfi, un mix di strategie proprie, ad eccezione di un solo tratto comune: il controllo alle frontiere, l’unica decisione che li ha realmente accomunati e che costituisce esattamente quello che il governo del contagio e dell’invasione non ha voluto fare.

Il che ha senso: una volta che il virus era sotto controllo per il lockdown, è stato folle avere permesse il ritorno degli immigrati dall’estero e dei clandestini sui barconi, oltre al turismo di italiani come il sindaco di Bergamo in Spagna o Grecia.

La Cina, oggi, non ha casi perché dopo avere eliminato – letteralmente – i positivi, ha imposto la quarantena a chiunque arrivi dall’estero: e non una ‘quarantena fiduciaria’, reale e a spese di chi entra.

Da noi, invece, entrano tutti. Migliaia di infetti sui barconi e con gli aerei dal Banglandesh hanno riportato il contagio in Italia.




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