Il catastrofismo di Piero Angela: “Cosa accadrà all’Italia quando resteremo 28 milioni”

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Staremo più larghi? Potremo rispettare il distanziamento?

Non solo il coronavirus, in Italia abbiamo un altro problema: il tasso di nascite. Lo pensa Piero Angela che, intervistato da Le Iene, lancia un drammatico allarme per i “troppi vecchi”, come li chiama lui. “L’Italia sta pian piano scomparendo – racconta al programma di Italia 1 -. Una volta gli sposi quando uscivano dalla chiesa dopo il matrimonio avevano a fianco i loro testimoni e sotto c’erano bambini, tanti bambini, e sopra i pochi vecchi superstiti. Oggi è esattamente il contrario”. Per il divulgatore scientifico il nostro Paese finirà, in termini di popolazione, per essere surclassato da tutti gli altri con una drammatica conseguenza sul Prodotto interno lordo: “Il Pil – prosegue – crollerà, secondo queste proiezioni noi saremo al 25esimo posto, non più nel gruppo dei dieci”. Non solo, perché finiremo per “essere inefficienti e poco produttivi, diventeremo un paese di serie b o c e i nostri titoli di stato non varranno più niente”.

In pratica non avremo abbastanza soldi per tutto quello che costerà un Paese, come il nostro, “sovradimensionato”. Quello evidenziato dal conduttore televisivo è un cane che si morde la coda: a mettere a rischio l’economia è proprio il denaro. “Molte coppie più che avere il coraggio non hanno i soldi per fare i figli, lo Stato non aiuta, la spesa per le famiglie in Italia è la metà rispetto alla media europea perché si punta più sugli anziani che sui giovani e si dimentica che aiutare le famiglie a fare figli non è una spesa è un investimento, come dicono i demografi, perché è lì che sarà l’Italia del futuro”.

Ma infatti, non vedete come tutti vogliono investire in Nigeria?

Ora, per carità, gli italiani devono essere aiutati a fare più figli. Il problema è che oggi, se attui politiche demografiche alla francese, rischi di stimolare la natalità sbagliata e trovarti ospite in casa tua. Molto meglio 28 milioni di italiani, che 100 milioni di non si sa cosa.

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Se la demografia fosse veramente potenza, allora la Nigeria sarebbe un paradiso. Invece è un inferno. Qualcuno pensa di sostituire milioni di europei con un QI medio di 105 punti con africani dal QI medio di 70 punti. Avremmo l’Africa senza le risorse del territorio africano: una realtà distopica. Le dimensioni, nel computo del benessere, non contano. Certo, ci deve essere un equilibrio, ma il territorio italiano è semmai oggi sovrappopolato.

Negli anni ’50 eravamo 45 milioni. E stavamo molto meglio di oggi. Non ti stupravano dietro l’angolo. Non ti decapitavano per strada.

E Angela dimentica che oggi abbiamo milioni di giovani disoccupati: non conta quanta popolazione hai, ma quanta di questa lavora. E nel futuro la rivoluzione robotica renderà milioni di lavori obsoleti: meno saremo e meglio sarà. Perché la produttività dipenderà ancora più di oggi dall’automazione e non dalla carne da buttare nella catena di montaggio.

E poi, non si è capita una cosa: se il problema sono, secondo voi, i “troppi vecchi”, e non lo sono, perché non lasciate correre il virus? Siete schizofrenici.

E, comunque, un fattore decisivo nel frenare la natalità è l’immigrazione: perché la competizione nel lavoro, nella casa, nei servizi all’infanzia e nel welfare in generale fa sì che le coppie italiane abbiano meno risorse a disposizione.

Quindi, se davvero volete stimolare la natalità, dobbiamo espellere un qualche milione di ospiti.




12 pensieri su “Il catastrofismo di Piero Angela: “Cosa accadrà all’Italia quando resteremo 28 milioni””

  1. ma poi Piero Angela crede di essere IMMORTALE?
    COSA ACCADRÀ ALL’ITALIA QUANDO “RESTEREMO”
    28 MILIONI”

    1. Mah. Meglio diminuire di popolazione, che aumentare “grazie” agli immigrati. Che poi più che un aumento si tratta in realtà di sostituire la componente autoctona con quella allogena.

I commenti sono chiusi.