E’ emergenza coronavirus di ritorno: focolai di immigrati infetti in tutta Italia

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E’ evidente, l’immigrazione sta riportando il coronavirus in Italia:

Immigrati ci stanno riportando il coronavirus: indice Rt supera 1 in Lazio, Emilia e Veneto grazie a loro

Abbiamo, soprattutto, un problema serio con i bangla. E’ evidente che nel loro paese non ci sono controlli seri. Permettere il rientro di immigrati bengalesi è una follia senza precedenti. Ma lo è con tutti gli immigrati. Parliamo, soprattutto, della famigerata idea di importare stagionali senza alcun controllo: in arrivo 50mila da zone ad alto potenziale infettivo.

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E sì che il ‘problema’ inesistente delle campagne l’avrebbe risolto la sanatoria. Invece no.

Tre cittadini del Bangladesh sono stati trovati positivi al Covid-19 dopo che a uno di loro era stata riscontrata la malattia durante una visita medica all’Ospedale “Giovanni Paolo II” di Ragusa. I tre sono ora in isolamento controllato, mentre sono in corso le indagini previste dai protocolli sanitari per ricostruire i loro eventuali contatti. Dunque, si tratta probabilmente di casi non ancora conteggiati nel bollettino ufficiale dato al Ministero della Salute.

Un nuovo caso positivo al Coronavirus a L’Aquila, dopo due mesi. Si tratta di un cittadino extracomunitario, rientrato in città dal suo paese come operaio dei cantieri presenti sul territorio.
“Dopo oltre due mesi con segno zero, nella giornata di ieri si è verificato un nuovo caso di contagio nella città dell’Aquila. Si tratta di un cittadino extracomunitario, rientrato in città dal suo Paese come addetto in uno dei tanti cantieri edili presenti sul territorio. Il caso di positività è stato accertato grazie alle misure decise con ordinanza n. 71 del 30 aprile scorso che prevede, per tutti i lavoratori impegnati a vario titolo nella ricostruzione dell’Aquila, l’obbligatorietà al tampone”.

Roba da matti. E poi, c’è il caso di Roma, con un intero quartiere a rischio ‘zona rossa’. Manfredonia. Il Veneto delle badanti moldave e del deficiente con la fabbrichetta in Bosnia. Per non parlare di Bologna e i richiedenti asilo infetti di Bartolini. E tante altre zone.

“D’intesa con il dipartimento di Prevenzione della nostra Asl, per il soggetto è stato disposto l’isolamento fiduciario domiciliare, congiuntamente ai suoi due coinquilini che comunque non presentano sintomi. Si tratta di un caso – è bene precisarlo – che non deve destare preoccupazione perché tutte le misure precauzionali previste sono state prontamente attivate”.




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