
Si tratta di tre algerini e un tunisino di età compresa tra i 28 e i 35 anni. Secondo i testimoni sono loro che hanno condotto l’imbarcazione, partita dalle coste libiche.
I migranti sono dapprima sbarcati a Lampedusa tra il 12 e il 16 ottobre, ma subito dopo sono stati trasferiti nell’hotspot di Pozzallo. Il tunisino è accusato di avere condotto una barca in legno con oltre 100 immigrati a bordo; i tre algerini un’altra barca in legno con circa 60 immigrati a bordo. Sono state raccolte le dichiarazioni dei clienti che hanno individuato gli scafisti che fino a poco prima della partenza erano in contatto telefonico con i complici in Libia.
I testimoni hanno raccontato di aver pagato circa mille euro a testa per la traversata e descritto con molta precisione il ruolo degli scafisti anche nei rapporti con i complici in Libia avendo ascoltato diverse telefonate tra loro.
Col sistema delle navi madre e la presenza delle Ong risparmiano sui costi e possono imbarcare più clienti. Anche per questo il ‘sistema Salvini’ funzionava: rendeva il traffico troppo costoso, quindi meno conveniente.
Ora però i porti sono aperti.
