“Il 99% dei ladri in casa sono bianchi”, ma non italiani

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Qualche volta cercare di allontanare da sé qualsiasi accusa di razzismo ci si spinge un po’ troppo in là, fino a diventare, paradossalmente, “razzisti”. “Il 99.9% dei ladri di appartamento sono bianchi” dichiara fiero il procuratore della Repubblica di Milano Francesco Greco.

Ma come mai Greco si è sentito in dovere di specificare questo particolare? “Lo dico perché a volte si ha un’idea un po’ strana del colore della pelle in relazione alla criminalità”. Si era nel bel mezzo della presentazione del bilancio di responsabilità social del 2018 degli uffici giudiziari milanesi. A quali strane idee sul colore della pelle si riferisse Greco non è dato sapersi.

Milano, procura ammette: “troppi ladri stranieri, è migrazione criminale: 1.000 furti al mese”

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Dopo la specifica “nonsense” sul colore della pelle dei rapinatori in azione nelle case meneghine, Greco specifica: “Si è assistito anche a fenomeni che potremmo definire di ‘migrazione criminale’“, come per le “bande di ladri di etnia albanese e georgiana: questi ultimi soprattutto nei periodi estivi migrano verso le grandi città europee, per lo più deserte per il periodo di vacanza, e lì in un breve arco temporale ‘battono a tappeto’ interi quartieri per poi ripartire facendo perdere le loro tracce”. In breve, Greco si avvita su sé stesso, dicendoci che quasi tutti i ladri sono bianchi (e non “neri”, come quei cattivoni di intolleranti pensano) per poi porre l’accento sul preoccupante e tristemente noto fenomeno delle bande di rapinatori dell’est – ovvero di caucasici sì, ma pur sempre allogeni. Quali contorti ragionamenti possono mettersi in atto per essere politicamente corretti …

Non è strano che i ladri in casa siano bianchi. Ed è anche un dato che rispecchia la percezione: ladro in casa uguale rapinatore dell’Est.

Questo perché ogni etnia ha una propria peculiarità criminale. Rubare in casa necessita di una certa capacità di organizzazione che esula in gran parte di quell’1%. Adatto a reati più istintivi e meno creativi come lo scippo, lo stupro e lo spaccio.

Quello che rimane è che l’immigrazione in sé genera criminalità, anche da Paesi la cui popolazione non sarebbe criminale.