Ha ragione Camillo Langone che poeta contro il ‘calcio femminile’, ennesima incarnazione della post-modernità contronatura:
Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina? E allora perché voi maschi guardate il campionato di calcio femminile? Che poi, oltre a disgustare Cristo, mancate di rispetto verso voi stessi. Io non avevo bisogno di Cecchi Paone per immaginare che molte calciatrici non avessero l’uomo in cima ai loro desideri. E quelle invece di nervi ben protesi, che certo esistono, brameranno giovanotti atletici, mica voialtri tifosi da birra e da divano… Non state sostenendo un gioco innocente, cari amici. In Francia non si stanno giocando i mondiali di calcio femminile bensì i mondiali del livellamento sessuale. Senza lo strapotere dell’ideologia gender non si spiega il successo di questi campionati che prescrivono alle ragazze di tutto il mondo modelli contronaturali di forza, aggressività e ambizione capaci di distruggere la più delicata femminilità. “Dietro alla nuova visione prometeica c’è il segno del diavolo”, dice il cardinale Sarah. State attenti, tifosi maschi, il pallone rosa è una tentazione, un’esca: invece di gonfiarlo, bucatelo.
A differenza di Langone, però, non drammatizzeremmo l’evento.
In Italia è un fenomeno inesistente, un fuoco fatuo che nasce da curiosità più che da interesse.
Il calcio femminile nasce di fatto, come fenomeno, negli Stati Uniti, a dimostrazione che è un qualcosa di esotico rispetto al vero calcio. E nasce proprio perché ritenuto meno ‘maschile’ rispetto a sport più violenti come il football americano.
Comunque, l’agonismo è il contrario della femminilità. Guardare una partita di calcio femminile è come guardare un orso che balla il lago dei cigni.
Lo sport (non tutti, e non a livello non agonistico) esalta il corpo maschile, ‘sgrazia’ quello femminile.
Veramente la maggior parte di queste calciatrici sono delle leccapatate.
Ed il livello di gioco è scadente.
Qualche perplessità ce l’ho anch’io, ma credo che il fenomeno prenderà piede.perché gli affari sono affari e Dio “si faccia gli affari suoi”.