Anche gli Oscar non hanno smentito il trend: la sempre più profonda discrasia tra popolo ed élite. Mentre l’Occidente vira sempre più verso il populismo, le ‘giurie di esperti’ votano gli ‘altri’: che siano neri, gay o islamici non importa, basta che non siano bianchi, maschi e cristiani.
Non è un caso che, al di là della curiosità che questi spettacoli sempre più trash rappresentano, gli ascolti siano in calo verticale ormai da anni:
E anche se quest’anno potrebbe esserci un piccolo rimbalzo, il trend è evidente. Il grande pubblico è stufo del politicamente corretto.
Il film vincitore dell’Oscar di quest’anno, “Green Book”, è essenzialmente la storiella di un ‘negro’ educato e un mafioso italiano da civilizzare. Perché il ‘razzismo’ va bene, solo se colpisce altri bianchi.
Ps. La segregazione viene naturale:
I soliti radical chic contrari ai muri e alle frontiere, ma opportunamente protetti nei loro lussuosi attici, come un @robertosaviano qualunque.#Oscars2019 https://t.co/PoedYrq3hM
— Francesca Totolo (@francescatotolo) February 25, 2019