Leader islamico ‘italiano’: Salvini riconosca l’Islam

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Hamza Piccardo ha scritto una lettera a Matteo Salvini. Fondatore dell’Unione delle comunità islamiche italiane (Ucoii), estensione dei Fratelli Musulmani in Italia, mentre il figlio è leader del Coordinamento delle Associazioni Islamiche di Milano (Caim), fazione estremista milanese.

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“Il governo organizzi una consultazione che possa mettere ordine nell’Islam italiano. Siamo stufi di questa anarchia”, dice. Vuole rendere chiara l’egemonia wahabita sull’islam cosiddetto italiano.

Suo figlio era tra i manifestanti che pregarono di fronte alla redazione del Giornale calpestando i fogli del quotidiano.

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“Purtroppo questi 13 anni di parole e dichiarazioni d’intenti non hanno prodotto niente, ho seguito da vicino tutto il processo e mi sono convinto che abbiamo sbagliato metodo, noi musulmani e lo Stato – continua Piccardo – Nessuna delle organizzazioni presenti sul territorio rappresenta significativamente i musulmani d’Italia, presto tre milioni, uno dei quali cittadini italiani”. Dunque chiede “che il ministero dell’Interno, che ci conosce bene da sempre, promuova e istituisca un processo elettorale che conduca all’elezione di una rappresentanza democratica dei musulmani italiani con la quale dialogare per dar corpo a quanto previsto: un’intesa ex art. 8 della Costituzione”.

Non si fanno accordi con l’Islam. Sono invasori. Il loro posto è fuori dall’Italia. Possiamo tollerare la loro presenza – di un piccolo numero – ma senza pretese di moschee (che sono caserme) e riconoscimenti. L’islam italiano non esiste.




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