Il 13 dicembre, Google ha annunciato di avere rimosso, nel solo terzo trimestre del 2018, oltre 58 milioni di video e 224 milioni di commenti da YouTube, la sua piattaforma video.
Queste cifre, colossali, sono l’aspetto più evidente di un’enorme attività di censura. BigTech non ragiona nemmeno per mera convenienza economica – anche perché essendo monopoli non rischiano una fuga verso concorrenti che non censurano -, quanto piuttosto come custode della nuova religione globalista.
Con questi dati, YouTube ha voluto mostrare i progressi fatti nella censura di massa. Quelli della Stasi erano dilettanti rispetto ai globalisti di Silicon Valley.
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