Piange Fredy Pacini, piange sfinito dalla tensione davanti al Pm Andrea Claudiani al quale dovrebbe per la prima volta raccontare in modo ufficiale (ma non lo farà) come ha sparato, uccidendolo, al ladro che stava tentando il trentanovesimo furto dentro la sua ditta di gommista a Monte San Savino. Un moldavo, sia detto per inciso, che si rivela tutt’altra persona rispetto al ragazzo inesperto, giunto da due mesi in Italia, che pareva dal passaporto trovatogli indosso. Invece era un ladro di professione, con una lunga lista di precedenti, latitante e inseguito da un ordine di carcerazione della procura di Milano. Ma questa è un’altra storia. VERIFICA LA NOTIZIA
Fredy piange per la tensione ma anche perché nell’autopsia scappa fuori l’imprevisto. Il colpo mortale, quello che ha raggiunto il giovane dell’est (29 anni) all’arteria femorale, ha una traiettoria dal basso verso l’alto. Bisognerà vedere adesso se compatibile con lo scenario della legittima difesa verso il quale pareva orientata la procura. Ecco perché i suoi avvocati fanno rimanere il gommista in silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere. I motivi li spiegano i legali di Fredy in una dichiarazione fuori dal palazzo di giustizia, mentre il gommista diventato un paladino dei social e dei paesani si dilegua da una porta secondaria.
E’ ridicolo che chi andrebbe premiato per avere liberato la società da un parassita – il moldavo era zeppo di precedenti – che lo stava minacciando armato di piccone, debba essere sottoposto a tale ordalia. Vergognoso.
Intanto sui social di sinistra è gara a infangare Fredy: «È pazzo», «Ha sparato per delle gomme», «Lo derubavano per colpa sua». Siti e agenzie dei media di distrazione di massa e della minchiosfera di sinistra lo trattano da delinquente: perché ha reagito ad un ladro migrante e si sa, per loro è intollerabile.
Vai a testa alta Fredy, la gente normale è con te. Hai commesso solo un errore, e tutti noi sappiamo quale.