Bergoglio contro le “nuove forme di xenofobia e razzismo”.
“Viviamo tempi – ha detto – in cui sembrano riprendere vita e diffondersi sentimenti che a molti parevano superati. Sentimenti di sospetto, di timore, di disprezzo e perfino di odio nei confronti di individui o gruppi giudicati diversi in ragione della loro appartenenza etnica, nazionale o religiosa e, in quanto tali, ritenuti non abbastanza degni di partecipare pienamente alla vita della società”.
E “troppo spesso ispirano veri e propri atti di intolleranza, discriminazione o esclusione, che ledono gravemente la dignità delle persone coinvolte e i loro diritti fondamentali, incluso lo stesso diritto alla vita e all’integrità fisica e morale”.
“Purtroppo accade pure che nel mondo della politica si ceda alla tentazione di strumentalizzare le paure o le oggettive difficoltà di alcuni gruppi e di servirsi di promesse illusorie per miopi interessi elettorali”.
La critica più evidenziabile è stata riservata a coloro che sfruttano economicamente questo “clima di sfiducia nello straniero”, lo stesso sistema che sarebbe in grado di dare vita a fenomeni di “sfruttamento”, fino ad arrivare a vere e proprie forme di “schiavitù”. Quelli che, per il pontefice argentino, “dovrebbero fare un profondo esame di coscienza, nella consapevolezza che un giorno dovranno rendere conto davanti a Dio delle scelte che hanno operato”. La missione di prevenire la diffusione di tali fenomeni è deputata a una serie di organi, personalità e istituzioni, che il pontefice ha voluto elencare con precisione: “…nella scuola, nell’università e negli altri luoghi di formazione” per il papa si dovrebbe insegnare “il rispetto di ogni persona umana, pur nelle diversità fisiche e culturali che la contraddistinguono, superando i pregiudizi”.
La stessa Chiesa cattolica è chiamata, insieme ai “leader religiosi” di tutto il mondo e di tutte le confessioni, a “diffondere tra i loro fedeli i principi e i valori etici inscritti da Dio nel cuore dell’uomo, noti come la legge morale naturale”. Bisognerebbe quindi “costruire società fondate sul principio della sacralità della vita umana e sul rispetto della dignità di ogni persona, sulla carità, sulla fratellanza, che va ben oltre la tolleranza, e sulla solidarietà”. Anche nel documento finale della manifestazione in questione viene sottolineata la presunta natura negativa del “nazionalismo populista”: “Una strategia politica – si può leggere – che cerca di appoggiarsi e promuovere i timori dei singoli e dei gruppi al fine di affermare la necessità di una politica autoritaria per proteggere gli interessi del gruppo sociale o etnico dominante presente in un certo territorio”.
E pensare che i nazionalisti vorrebbero applicare nei loro Paesi le stesse leggi che Bergoglio applica nel suo, il Vaticano: zero clandestini, Ius Sanguinis e prima i cittadini.
Non fate quello che dicono, fate quello che fanno.
Vaticano, Bergoglio passeggia nella sua città senza immigrati – VIDEO