Chi ha ordinato a Guardia Costiera di prendersi i 170 clandestini di Malta?

Vox
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La Guardia Costiera italiana è stata per anni al centro del traffico dalla Libia all’Italia. Non sorprende che questa notte abbiano caricato, ad insaputa del ministro degli Interni (Toninelli invece sapeva?), 170 clandestini in acque di competenza maltese:

170 clandestini caricati su motovedetta italiana, Salvini: “Riportateli indietro”

E’ evidente che ai vertici della Guardia Costiera c’è qualcosa che non va. Da anni.

Il primo passo di un nuovo governo che si insedia, soprattutto quando rappresenta un totale rovesciamento di regime, dovrebbe essere quello di rimuovere tutti i funzionari nominati dai governi precedenti.

Mattarella sarà un problema, ma la vera spina nel fianco di Matteo Salvini si chiama Guardia Costiera.

Una Guardia Costiera che per due volte, e sempre in seguito alle attività del pattugliatore Diciotti, si ritrova nel mirino del ministro dell’Interno. La prima volta l’11 giugno scorso. Allora, nel pieno della crisi «Aquarius», il pattugliatore scaricò a Catania 937 clandestini prelevati nel corso di sette operazioni effettuate in prossimità delle acque libiche. Sette operazioni non molto in linea con l’indirizzo politico di un Viminale assai esplicito nel suggerire di mantenersi a distanza dalla Libia.

La seconda riguarda l’intervento della Diciotti, con il trasbordo di 67 clandestini sospettati di aver minacciato il personale della Vos Thalassa.

Ci furono vere minacce o, come si sospettò agli Interni, si utilizzò una situazione ambigua per sottrarre i migranti a Tripoli e affidarli ad una Guardia Costiera pronta a stare al gioco? L’interrogativo, destinato a restar irrisolto, è il sintomo della diffidenza che divide Viminale e Guardia Costiera. Per comprenderne le fondamenta basta ricordare la deposizione davanti alla Commissione Difesa del Senato con cui, un anno fa, l’allora Comandante generale delle Capitanerie di Porto Ammiraglio Vincenzo Melone difese le Ong messe sotto accusa dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro. L’atteggiamento di Melone era perfettamente coerente con quello di una Guardia Costiera diventata la referente diretta delle Ong. Era infatti l’Imrcc, il Centro Nazionale per il Coordinamento del Soccorso marittimo di Roma, ad assegnare loro le competenze d’intervento in seguito a chiamate di «soccorso» partite talvolta dai satellitari degli stessi trafficanti di uomini.

Il tutto mentre le navi delle Ong attendevano ai margini delle acque territoriali libiche. La Guardia Costiera si era immedesimata, insomma, nel ruolo di grande coordinatore dei soccorsi che costavano all’Italia una media di 150mila sbarchi all’anno.

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La Guardia Costiera, su ordine dei governi PD, ma con non nascosta soddisfazione, è per anni stata al centro del traffico di clandestini dalla Libia all’Italia.

E’ normale che i suoi alti papaveri che se ne fottono dell’Italia e si vedono investiti di una sorte di missione divina, non vogliano mollare l’osso.

Del resto più volte abbiamo denunciato le implicazioni dei vertici della GC nel traffico umanitario:

GUARDIA COSTIERA: “NAVI ONG LE INVIAMO NOI IN LIBIA”

SCANDALO ONG SI ALLARGA: “IMPLICATA ANCHE GUARDIA COSTIERA” – VIDEO

E’ tempo di separare l’attività di soccorso in acque italiane – che dovrebbe continuare ad essere portata avanti dalla Guardia Costiera – da quella di contrasto all’immigrazione clandestina, da affidare ad un nuovo dipartimento che si dovrebbe occupare anche di individuare ed espellere i clandestini presenti in Italia: una sorta di ICE italiano.