Parla carabiniere sprangato dal profugo: “Era una furia, non riuscivamo a fermarlo”

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Michele De Filippo, 53 anni, l’appuntato scelto che mercoledì mattina è stato selvaggiamente aggredito dal ventenne nigeriano Harmony Godsent, parla al giornale locale:

Indossa il collare, è visibilmente stanco e dolorante anche alla schiena. Negli occhi la commozione, quando gli chiediamo come si sente e di raccontarci quello che è successo. Accanto a lui, l’altro collega con cui ha vissuto momenti concitati. Michele De Filippo, 53 anni, l’appuntato scelto, in servizio nella stazione Frosinone Scalo, è il carabiniere che mercoledì mattina, è stato aggredito da Harmony Godsent, il ventenne nigeriano che ha seminato il panico nell’ufficio postale di via Fosse Ardeatine. Ha riportato 25 giorni di prognosi De Filippo, mentre i suoi due colleghi, Giancarlo Lauretti, sempre della Stazione Scalo, e Giordano Droghei, del nucleo radiomobile, anche loro appuntati scelti, ne avranno per 10 giorni. «Alle 12.20 abbiamo ricevuto la segnalazione dal comando.

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Avevano chiamato dalle Poste perché avevano problemi con un richiedente asilo che pretendeva i soldi, pur avendo il conto in rosso – ci racconta De Filippo – Quando siamo arrivati nell’ufficio sembrava fosse tutto tranquillo. Abbiamo chiesto i documenti al ragazzo per identificarlo. Senza fare storie ha preso la carta d’identità e me l’ha mostrata. Ma pochi istanti e con l’altra mano mi ha dato un pugno. Non ricordo più nulla». «Il collega è caduto e ha perso i sensi – ha aggiunto Lauretti – Solo per poco non ha colpito all’orecchio anche me. Era una furia, non riuscivamo a fermarlo. Ho visto il ragazzo girarsi e sferrare un pugno, ma per fortuna non ero lì dietro. Mi ha preso sulla guancia».

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De Filippo ci ha subito interrotto per dirci una cosa che gli sta molto a cuore. «Vorrei ringraziare, e spero di poterlo fare di persona, l’uomo che mi ha aiutato, sostenuto, senza lasciarmi mai solo. È sceso dalla sua auto ed è venuto ad aiutarmi. Mi ha portato anche l’acqua e mi diceva di stare tranquillo. Che non avrebbe fatto avvicinare nessuno. La mia paura era anche per la pistola. E l’ho visto con me fino a quando non sono stato portato via con l’ambulanza in ospedale – e con commozione aggiunge – Non so chi sia, ma per me è stato un angelo». Anche se ha riportato meno ferite, pure Giancarlo Lauretti, 54 anni, è visibilmente dolorante. «Mi diceva “vieni, vieni” mentre teneva in mano la segnaletica stradale sradicata con forza poco prima. Tutto questo mentre passavano le auto, le persone e anche alcuni studenti della vicina scuola. Solo il tempestivo arrivo dei colleghi della Radiomobile, ha evitato sicuramente il peggio. Ho rincorso il nigeriano che poi è stato bloccato vicino al palazzo della Provincia. Anche in quel caso ha aggredito e ferito un collega».