Le storie dei migranti raccontate ai ragazzi a scuola. Prenderà il via a Pavia nel prossimo anno scolastico il progetto di propaganda Homo migrans, rivolto alle classi quarte e quinte delle primarie e a tutte le classi della scuola secondaria di primo grado. Perché i futuri sudditi vanno indottrinati da bambini.
“Abbiamo già effettuato questa attività con i ragazzi del Vallone – ha detto Irene Miracca della cooperativa il cui nome è tutto un programma Con Tatto -. In una 5 elementare è entrato un migrante che ha raccontato la sua storia e ha risposto alle domande degli scolari sul suo Paese d’origine”.
Alle storie dei fancazzisti, Anpi (unica associazione nella storia che sopravvive ai suoi membri per motivi finanziari) legherà quelle degli italiani di ieri, facendo una serie di bizzarri paralleli con gli italiani che andavano a lavorare all’estero. Ovviamente, tutto senza contraddittorio.
“Abbiamo iniziato questa collaborazione – ha aggiunto Annalisa Alessio di Anpi – acquistando libri e altro materiale didattico, ora proseguiamo per proseguire una coscienza civile capace di opporsi alla xenofobia e al razzismo”.
“Vogliamo cambiare l’idea che i ragazzi hanno dei migranti – ha detto Fabio Gandi presidente di Villa Ticinum ente gestore del progetto Sprar che vede il Comune di Pavia come capofila – e conoscendoli alcuni pregiudizi cadono. Lo abbiamo visto anche nello sport: abbiamo formato una squadra composta per il 90 per cento da migranti che inizialmente non era vista bene, mentre ora praticamente tutte le compagini del campionato Csi hanno uno straniero”. Perché anche lo sport è veicolo di propaganda.
Pavia attualmente ospita 32 migranti singoli che hanno dai 18 ai 26 anni, 4 nuclei familiari due dei quali provenienti dalla Siria, 2 mamme nigeriane con bambino e un’altra arriverà. “Le famiglie vivono in appartamento – ha aggiunto Gandi – 20 singoli invece sono ospitati al Vallone e 5 a Villa Ticinum. Abbiamo ancora 16 posti liberi”. Tutti gli ospiti seguono un corso di alfabetizzazione, tre di loro lavorano, alcuni giocano a calcio e seguono corsi di teatro.
In alto un’iniziativa analoga di integrazione in Svezia.