Firenze: senegalesi minacciano negoziante durante corteo con sindaco e governatore PD

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La donna non ne può più, si sente abbandonata: prima l’aggressione, poi le minacce di morte e gli insulti al figlio da parte del gruppo di abusivi che hanno scelto l’ingresso del suo negozio per stendere le lenzuolate. Ora la ‘foto segnalazione’ sotto i riflettori del mondo.

Dopo avere giustamente attaccato la violenza senegalese, la sindaca di Firenze si è rintanata con la coda tra le gambe non appena è stata richiamata all’ordine. Addirittura proclamando il lutto cittadino per la morte di una persona, che fiorentina non era.

Per capire di chi parliamo, quando parliamo della cosiddetta ‘comunità senegalese’, ecco la vicenda di una donna minacciata durante la manifestazione di sostegno all’abusivismo e per ricordare Idy, il senegalese ucciso a colpi di pistola dallo sparatore comunista, un manifestante, «un venditore abusivo conosciuto tra i banchi di San Lorenzo» raccontano i testimoni, ha sfilato con la foto di una negoziante con la scritta : «Questa donna odia i neri».

I senegalesi si prendono Firenze, marciano contro il ‘razzismo’

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La donna si chiama Ghissu Mossoumnia, viene dall’Iran e vive da 40 anni a Firenze. E ora si vede minacciare da chi parassita la città. Ghissu, che è la titolare di un negozio di pelletteria in via dell’Ariento, lo ha scoperto per caso, ieri mattina quando un fornitore le ha detto: «La tua foto sta facendo il giro di Facebook».

«Non ci volevo credere – racconta la commerciante con le lacrime agli occhi -, io che sono straniera, sono stata additata come razzista. Da qualche giorno la gente passa, miguarda, anche molti degli abusivi si fermano e sussurrano frasi del tipo ‘E’ lei’. Non capivo, ora sì. E mi sento in pericolo: la mia foto è stata vista da 12mila persone, in una manifestazione a cui hanno partecipato anche le istituzioni».

Ghissu non ne può più, si sente abbandonata: prima l’aggressione, poi le minacce di morte e gli insulti al figlio da parte del gruppo di abusivi che hanno scelto l’ingresso del suo negozio per stendere le lenzuolate. Ora la ‘foto segnalazione’ sotto i riflettori del mondo.

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«Io non sono razzista – ripete -, non ce l’ho con nessuno. Solo con chi non rispetta le regole». Ghissu ora pretende giustizia e andrà avanti «perché chi ha fatto questo non può farla franca. Ho già contattato il mio legale e andrò fino in fondo. Queste persone hanno messo a rischio la mia vita e quella della mia famiglia». Ghissu è una furia, si sente presa di mira solo per aver lottato, per il suo rione, contro l’illegalità. Ha cercato di rimanere a testa alta anche dopo «essere stata spintonata e minacciata di morte». «Il risultato? L’hanno vinta loro. Io sono stata lasciata sola, ho fatto cinque denunce formali e solo una è andata in tribunale. Queste persone si sentono libere di fare quello che vogliono». Lunedì il capo gruppo di Fratelli d’Italia Francesco Torselli accompagnerà Ghissu in Palazzo Vecchio: «Chiederò al sindaco di formalizzare le scuse a nome dell’intera città. Siamo di fronte ad un gesto di una barbarie e di una inciviltà assolute, fatto durante un corteo aperto dal sindaco Nardella e dal governatore Rossi».

Invece di sgomberare gli abusivi, partecipano alle sfilata durante le quali minacciano i negozianti onesti.

Ps. Sì, la donna è iraniana. Ma quaranta anni fa l’immigrazione non era un problema. Perché era limitata al minimo. A quel tempo dobbiamo tornare.