M5s candida il prof che vuole l’Italia a misura di Sharia, svolta filo-islamica

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I menù halal nelle scuole, il Corano sui comodini degli alberghi con i tappetini per la preghiera, il progetto di inaugurare la prima banca islamica d’Italia sono già realtà nella Torino muslim frendly della giunta di Chiara Appendino.

Ne abbiamo parlato:

Torino, Appendino vuole una città a misura di Sharia: ospedali ‘halal’

Ma c’è una novità. Tutto questo potrebbe diventare un obiettivo da replicare su scala nazionale. Perché a Torino il Movimento cinque stelle candida l’ideologo di questa svolta islamica del MoVimento a Torino: Paolo Biancone, classe 1970, economista, docente responsabile dell’Osservatorio della Finanza Islamica dell’Università di Torino e tra gli organizzatori del Turin Islamic Economic Forum che si è tenuto l’anno scorso.

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Il filo-islamico correrà per il Senato.

Già nel febbraio 2017 Biancone era stato tra i protagonisti della due giorni di full immersion che ha introdotto Torino nel vocabolario finanziario e culturale dell’Islam per costruire una città a misura di Sharia e dei 50mila immigrati residenti a maggioranza marocchina e magrebina:

Torino, Comune finanzia turismo halal: pietanze da animali sgozzati senza stordimento

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Biancone è anche amministratore delegato di Halato Srl, spin off universitario attivo nella certificazione halal, l’alimentazione che risponde ai dettami di Allah: ovvero animali sgozzati vivi e fatti morire per lento dissanguamento tra atroci sofferenze. Come si possa mettere insieme questo scempio con gli animalisti a cinque stelle ci sfugge.

Biancone è poi membro del Cda di Al Najah Capital, società che si occupa di attrarre investimenti dai paesi del Golfo, e di Modest Fashion Italia, prima società italiana di moda islamica. Infine, dirige la rivista European Journal of Islamic Finance.

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Tra le iniziative portate avanti in collaborazione con la giunta Appendino, che potete leggere nei link ai nostri articoli, ci sono, oltre ai menù per musulmani, protocolli di intesa in ambito sanitario per istituire reparti ospedalieri che rispettino i vincoli della separazione dei sessi, farmacie con prodotti compatibili con la religione islamica e poi mutui a tasso zero per gli islamici che «non comprano case». E islamizzino meglio Torino. Anzi, ora l’Italia intera.

Sinceramente pensavamo che questo folle filoislamismo fosse una prerogativa del M5s di Torino. Ci dobbiamo ricredere.

Ripetiamo: candidare chi si occupa di certificazione Halal, significa candidare chi si occupa di certificare che un animale sia sgozzato vivo e morto per lento dissanguamento. Non solo: che a farlo sia stato un uomo islamico, in questo violando i diritti delle donne e dei non musulmani. Oltre che dei poveri animali.

Egregi Signori,

mediante la presente chiedo rettifica/replica all’articolo pubblicato sulla vostra testata in data 29.01.18, intitolato “M5S candida il prof che vuole l’Italia a misura di Sharia, svolta filo-islamica”. https://voxnews.info/2018/01/29/m5s-candida-il-prof-che-vuole-litalia-a-misura-di-sharia-svolta-filo-islamica/

Chiedo, a tutti gli effetti di legge, di procedere alla pubblicazione della suddetta replica nei termini stabiliti dalla legge.

La replica del Movimento 5 Stelle inviata a Vox, lieti di presentarla. Ai lettori la decisione:

Come docente universitario e ricercatore sono impegnato a proporre nuove opportunità a esclusivo vantaggio delle aziende, dell’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, dell’affermazione del “made in Italy”. L’Italia e le sue aziende hanno molto da esportare in diversi settori: dall’alimentare alla cosmetica, dalla moda al design. I Paesi a cultura islamica hanno notevole interesse verso i nostri prodotti: con accorgimenti legati ai principi etici-religiosi le aziende italiane avrebbero la possibilità di esportare prodotti in ambito cosmetico e alimentare in un mercato con numeri e diffusione, tali da incrementare fatturato e occupazione. Con Expo 2020 a Dubai i nostri prodotti saranno apprezzatissimi. Quanto all’introduzione di menù etici (vegani, ecc…) e religiosi nelle mense delle scuole va evidenziato che esistono già diverse esperienze in Italia che consentono alle famiglie di scegliere la dieta migliore per i loro bambini, su questo un esempio interessante è in Lombardia la città di Milano. Infine per quanto riguarda i servizi di finanza “islamica”, che preferirei definire “complementare” o “partecipativa”, va detto che in tutti i Paesi europei ci sono da tempo esperienze di sportelli di banche tradizionali che offrono prodotti di finanza partecipativa e che ad esempio nell’esperienza inglese oltre il 60% dei clienti non è musulmano. Inoltre, i risparmi dei musulmani in Italia ammontano a oltre 5 miliardi di Euro (fonte BCE) e la circostanza di inserirli in un canale ufficiale bancario sotto la vigilanza della Banca d’Italia consentirebbe di poterli controllare, metterli al servizio delle imprese e del sistema economico con trasparenza, avendo ben chiaro che le banche che possono offrire i prodotti di finanza partecipativa sono filiali di banche Italiane e quindi una finanza complementare, che non ammette la speculazione, e che può essere di tutti. Tutti questi aspetti sono stati sempre analizzati in numerose occasioni di confronto e nei forum organizzati sul tema, facendo ben comprendere l’importanza e le opportunità per le nostre aziende, per creare nuova occupazione e favorire il benessere sul territorio.

Paolo Biancone, docente di Economia aziendale all’Università di Torino, candidato M5S per la Camera dei Deputati nel collegio Torino 3