Repubblica ammette: è dal 2011 che scriviamo fake news

Vox
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Meglio tardi che mai. Comunque troppo modesti, sono almeno 42 anni, che lo fanno.

Quelle dell’Osservatorio siriano per i diritti umani sono narrazioni fasulle. “Da più parti è stata svelata la scarsa o nulla attendibilità, essendo di fatto gestito da una sola persona, peraltro finanziata, a quanto pare, da una non meglio precisata agenzia britannica”. Lo scrive oggi Repubblica, che rivela di fatto a se stessa di aver pubblicato finora delle fake news. E dire che “da più parti” era stata avvertita, ad esempio da noi su questo giornale quasi un anno fa. Peccato che il quotidiano più radical chic d’Italia non solo non abbia propriamente ammesso di aver riportato per anni notizie false sulla Siria provenienti proprio da questo Osservatorio, che come appunto facevano notare noi a Repubblica è costituito da una sola persona che propina fandonie al mondo direttamente dalla sua casa londinese.

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Il quotidiano italiano più solerte nel denunciare i presunti crimini commessi da Assad, scopre adesso che quei crimini in realtà li hanno commessi e continuano a commetterli i terroristi che la stessa Repubblica definiva “ribelli” contro il tiranno e vittime del repressivo governo siriano. Riportiamo quanto scritto a chiare lettere dal quotidiano fondato da Scalfari: “La verità a quanto pare, è che sono i cosiddetti “ribelli”, terroristi senza scrupoli, ad affamare i civili, privandoli degli aiuti a loro inviati, usandoli come scudi umani e come oggetto di un’ignobile mistificazione della realtà. Una trappola nella quale molti media sono caduti. Trappola che ha fatto sì che sin’ora non sia stato scritto nulla sulla sorte dei villaggi sciiti di Nubbul, al-Zahraa, Kfarya e al-Foaa nel Nord del Paese, assediati dai terroristi e che resistono in condizioni disperate per evitare il massacro. Un doppiopesismo fazioso e interessato, dunque che – secondo gli accusatori dell’Osservatorio – ‘fa della disinformazione la regola e lo strumento degli interessi dei veri sponsor del Terrore’”.

Non fa una grinza, il problema è che Repubblica ha scritto fino ad oggi articoli sulla Siria basandosi in molti, troppi casi (parliamo di decine di pezzi pubblicati), proprio sulle informazioni fatte circolare dall’Osservatorio che oggi si accorge essere inattendibile, di più “fazioso e interessato”. Addirittura evince che trattasi di “disinformazione”, e che i cosiddetti (anche da Repubblica) ribelli non sono altro che “terroristi senza scrupoli” che affamano i civili. Ovviamente però il quotidiano più attento d’Italia al monitoraggio delle notizie false non ammette di averle scritte, parla semplicemente di una “trappola nella quale molti media sono caduti”. Evita insomma di inserirsi tra le testate che hanno abboccato all’amo. Per evitare quindi di caderci noi allora, vogliamo ricordare a Repubblica quanto riportava ad esempio il 4 aprile 2017, citando ovviamente l’Osservatorio dei diritti umani, che allora giudicava attendibile, contribuendo di fatto a livello mediatico a far salire la tensione tra Paesi europei e Siria: “Il raid aereo con ‘gas tossici’ è stato lanciato questa mattina contro Khan Sheikhun, città nella provincia nord-occidentale di Idlib, sotto il controllo dei ribelli. L’attacco ha fatto almeno 72 morti, tra i quali almeno venti bambini e diciassette donne”.

Era tutto falso, come false appunto sono le news di questo Osservatorio dietro cui si cela “una sola persona” che sempre Repubblica evita di chiamare per nome. Perché appunto ne ha riportato le dichiarazioni decine di volte, facendole passare ai lettori come inappuntabili. Anche in questo caso allora lo scriviamo noi, come lo scrivemmo il 5 aprile 2017: si chiama Rami Abdel Raman, un solo uomo appunto, anzi un solo pseudonimo. Perché il suo vero nome è Osama Suleiman, fuggito dalla Siria 17 anni fa dopo l’arresto di due sodali legati alla Fratellanza Musulmana, accusati di attività contro lo Stato. Ecco quali erano le fonti di Repubblica sulla Siria.

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