Nei libri di testo delle scuole elementari italiane, i deserti nascono per volere di Allah.
“Tutta la terra era verde, il leone giocava con l’agnello e le tribù vivevano in pace. All’inizio dei tempi, Allah aveva detto agli uomini: questo giardino è vostro. Badate, però, che a ogni azione malvagia io lascerò cadere sulla terra un granello di sabbia e gli alberi e l’acqua potrebbero scomparire”.
Il testo prosegue poi con la narrazione: ad Allah, che viene chiamato “Signore delle tribù” si aggiungono due beduini che litigano e la conseguente punizione di Allah che, come promesso, fa cadere dal cielo un granello di sabbia ad ogni cattiva azione.
Un testo che un genitore contrariato ha inviato al giornalista e direttore Di Meo.
“Incredibile – ha scritto il giornalista sul post pubblicato su Facebook (sotto) -. Siamo su Scherzi a parte. Non ho parole. Questo è un testo scolastico usato in quinta elementare in una scuola italiana, di Villotta di Aviano”.
Il testo al centro del dibattito è contenuto nel libro “L’arte di…scrivere, creare, suonare” pubblicato dalla casa editrice specializzata Pearson e destinato alle classi quarte e quinte delle elementari nell’ambito della collana dedicata all’approfondimento della scrittura, dell’arte e della musica. La favola, peraltro, è stata ripresa da un libro tematico pubblicato da Mondadori.
«Il testo – afferma Di Meo – me lo hanno inviato alcuni genitori. Secondo me non era necessario citare Allah nello spiegare come nascono i deserti, si spiega come nascono e basta. È una scuola italiana e non una scuola coranica».
Nessun commento da parte della dirigente dell’Istituto comprensivo di Aviano, Simonetta Polmonari, che chiarisce di non avere avuto modo di visionare il testo e quindi di non poter esprimere un giudizio.
Non è tanto un problema della scuola, quanto del ministero guidato dal più meglio dei ministri.
Questi stanno indottrinando i bambini in modo che si ‘abituino’ ad Allah.