Strage islamica in Egitto, bombe a raffica sui fedeli in preghiera: 235 morti

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Ora si uccidono anche tra loro

Un attentato contro una moschea nel nord del Sinai ha provocato almeno 85 martiri e 80 feriti. L’attacco è stato condotto piazzando una “bomba all’interno” del luogo di culto e sparando sui fedeli che fuggivano dopo l’esplosione. La moschea attaccata si trova in un piccolo centro, Bir El Abd, ed è frequentata da supporter del governo del Cairo. I fedeli “sono stati presi di mira da terroristi che li aspettavano davanti alla porta”, dicono fonti locali.

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Il gruppo armato ha prima azionato alcuni ordigni artigianali piazzati intorno alla moschea sufi al-Rawdah e poi ha aperto il fuoco, sparando raffiche di mitra sui fedeli che uscivano dopo la preghiera del venerdì.

I terroristi hanno aperto il fuoco anche sulle ambulanze arrivate sul luogo dell’attacco, ostacolando così il lavoro dei soccorritori che, tuttavia, sono riusciti a raggiungere la moschea. Al momento l’attentato non è stato rivendicato da nessun gruppo, ma ISIS è molto attiva in zona, e si sa che gli islamici amano anche scannarsi tra loro per questioni di interpretazione differente della loro religione. In particolare, tutti gli altri musulmani considerano il sufismo una eresia.