E’ una scena che si ripete con costanza ogni venerdì. E nel pieno (come in queste settimane) del Ramadan musulmano che si chiude domani il problema si accentua. Parliamo del traffico nella zona di via delle Suore di Modena durante la pausa pranzo del venerdì. Nella moschea si celebra la preghiera pubblica detta Jumuʿa, un rito che attrae nella zona centinaia di fedeli musulmani (a Modena parliamo di una comunità di circa 10mila persone).
E allora l’intera zona all’ora di uscita (intorno alle 13.15) si paralizza: le strade intorno alla moschea ristrette dalla fila di auto parcheggiate in sosta vietata e un pellegrinaggio continuo di fedeli in abiti tradizionali. Gli automobilisti suonano il clacson e il caldo non aiuta a rasserenare il clima. Ma dei vigili urbani non vi è traccia. Nessuna multa alle auto in sosta vietata, nessuno a dirigere il via vai. Per un’ora in quella fetta di Modena le regole del codice della strada, le stesse che tutti i modenesi sono tenuti a rispettare, non valgono.
Oggi lo stabile – che si trova nella zona artigianale tra capannoni e officine e che un tempo ospitava una rimessa di prodotti industriali – è in grado di accogliere fino a 2500 fedeli. Si tratta prevalentemente di maghrebini (marocchini, algerini e tunisini), il gruppo etnico di religione musulmana più numeroso nel Comune di Modena e che rappresenta circa la metà dei fedeli di Allah presenti in città.
L’impressione infatti è che il Comune tolleri una situazione gravissima per il traffico stradale – senza provvedere come dovrebbe con le giuste sanzioni – pur di non entrare in conflitto con la comunità musulmana. Un quieto vivere frutto di un compromesso inaccettabile. Un compromesso che confonde l’accoglienza e il rispetto del diverso con l’accettare il far west. Come nel caso dei nomadi sotto la Tav.
Per i musulmani parcheggio selvaggio su una Statale, per tutti multe a raffica se si sfora di cinque minuti il tempo pagato sulle strisce blu. Per tutti bollette di acqua e rifiuti, per i nomadi abusivi sotto la Tav acqua potabile e cassonetti della indifferenziata.
È quello che vogliono hanno votato pd i modenesi