La vittoria di Trump fa tremare la NATO e il complesso militare industriale. La dichiarata simpatia del neo presidente degli Stati Uniti verso la Russia preoccupa chi aveva investito miliardi nel confronto con Mosca, nella speranza di commesse sempre più pesanti.
Lo dimostra il fantasmagorico programma di ‘difesa’ nei paesi Baltici ed in Polonia, dove a inizio 2017 verranno posizionati – forse – quattro battaglioni di circa mille uomini e l’idea di metterne in allerta altri 300 mila. Per combattere un nemico che non c’è.
Preoccupazioni condivise dall’avvinazzato Presidente della Commissione europea che giovedi ha chiesto a Trump chiarimenti. “Ci aspettiamo che il presidente eletto ci spieghi le sue posizioni – ha affermato – vorremmo sapere che intenzioni ha riguardo l’alleanza militare. Inoltre sappiamo quello che pensa riguardo al cambiamento climatico. E tutto questo deve essere risolto nei prossimi mesi”. Sicuramente, Trump non sa nemmeno chi sia Juncker, e non è una grossa perdita.
Spaventano i guerrafondai anche le minaccie di Trump di ridurre la spesa per la NATO se gli altri alleati non contribuiranno di più.
Al momento solo cinque Paesi membri (Stati Uniti, Grecia, Polonia ed Estonia)investono il 2% del prodotto interno lordo per le spese militari, come richiesto dall’Alleanza.
Secondo Alexander Mattelaer, esperto di politica estera, la sua è una posizione forte.
“L’amministrazione Trump e persone come il suo consigliere per la sicurezza nazionale – spiega- sanno di essere in una posizione negoziale forte nel dibattito interno alla NATO, che si terrà durante il prossimo vertice in primavera a Bruxelles. Credo che i negoziati saranno duri”.
Dopo l’annuncio dell vittoria di Trump, il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha immediatamente ribadito l’Importanza del ruolo degli Stati Uniti all’interno dell’Alleanza.
La NATO doveva essere sciolta con la caduta del muro. E’ sopravvissuta a se stessa, perché gli organismi, soprattutto quelli che generano per una potenza come il complesso militare industriale ingentissimi contratti, tendono all’autoconservazione: e per sopravvivere, aveva urgente bisogno di un ‘nemico’ tecnologico all’altezza, la Russia, non certo il terrorismo islamico che si combatte con facilità bloccando l’immigrazione, e che non garantisce commesse miliardarie.
La NATO dimostra la sua inutilità nel fatto che mentre siamo invasi da orde di africani, dispiega migliaia di soldati ai confini della Russia.