Ha cinque mesi il primo bimbo nato da fecondazione assistita con tre persone. Ormai l’abisso non conosce attrito.

L’oscena tecnica, una sorta di sesso a tre in provetta, approvata legalmente solo nel Regno Unito, avanguardia della dissoluzione occidentale, ha permesso di:

sostituire i mitocondri “difettosi” della cellula uovo della madre (che soffre della sindrome di Leigh), con quelli di una donatrice sana, evitando al piccolo una malattia che avrebbe potuto ucciderlo.

Ma in questo modo non è più la stessa persona. E’ un’altra persona. Stiamo andando a dissacrare il concetto stesso di identità personale. Ovviamente, come tutte le cose ‘moderne’, a fin di bene.
Stanno devastando l’ordine naturale delle cose con l’uso spregiudicato e subdolo del ‘bene e del progresso’.

I genitori sono stati sottoposti al trattamento genetico in Messico dove “non ci sono regole”, da parte di un medico – il giallo in foto – che opera al New Hope Fertility Center di New York.

E’ la Globalizzazione. E’ il mondo senza frontiere: in un paese produci, in un altro vendi, nell’altro compri un bambino su misura.

Ovviamente è molto più semplice arrendersi all’entropia dei valori, che combatterla.