“Possiamo solo esprimere rammarico dopo un altro ampliamento della lista delle persone che non possono entrare in Ucraina”: è così che il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha commentato il divieto di ingresso in Ucraina per cinque anni a Mikhail Gorbaciov sancito dalle autorità di Kiev dopo che l’ultimo leader sovietico ha detto che sulla Crimea si sarebbe comportato “come Vladimir Putin”. “Non conosco però la posizione del presidente sulla questione”, ha precisato Peskov.
E sulle sanzioni: “Non pensiamo che tali decisioni possano avere un effetto positivo sull’economia globale e gli affari mondiali in generale, e sono proprio questi i temi al centro dell’attenzione” dei leader del G7: lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, commentando la nota conclusiva del Vertice di Ise-Shima in cui si sottolinea che le sanzioni alla Russia dureranno fino alla “completa attuazione degli accordi di Minsk” sul conflitto ucraino.
Le dichiarazioni del G7 sulla necessita’ di prolungare le sanzioni contro la Russia sono “assurde, perché i partecipanti di questa struttura pongono l’esecuzione degli accordi di Minsk” per il conflitto ucraino “come condizione per abolire le sanzioni”: lo ha dichiarato il vice ministro degli Esteri russo Serghiei Riabkov.
‘La richiesta di ritirare le forze straniere dal Donbass non ha a che fare con la realta’ perche’ non ci sono truppe straniere nel Donbass’, ha detto il vice ministro ribadendo la posizione di Mosca, che respinge le accuse di sostenere i separatisti del sud-est ucraino con armi e combattenti. ‘La seconda richiesta, che riguarda il ripristino del controllo del confine’ da parte ucraina ‘e’ inserita negli accordi di Minsk come tappa finale della loro esecuzione’, ha affermato Riabkov accusando il G7 di ‘mettere ancora una volta il carro davanti al cavallo’ e Kiev ‘di non mettere in atto gli accordi di Minsk nei punti chiave’.