Anziano vive in auto, si chiama Mario ed è invalido

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BRESSANONE – Con una pensione da 550 euro è impossibile pagare un affitto di 300 euro. E così, dopo aver saltato alcune rate, si è trovato a dormire in una vecchia 600, elemosinando qualche pasto alla mensa dei poveri e utilizzando i bagni pubblici per l’igiene.

Del resto si chiama Mario Casanova, è nato nel maggio del 1946 in città, quindi non ha alcun diritto nell’Italia di Renzi. Se si chiamasse Mohammed, e fosse sbarcato da poco a Lampedusa, un regista cazzaro gli avrebbe dedicato un filmino marchetta, e un premier abusivo lo avrebbe piazzato in un hotel. Ma lui si chiama Mario.

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Così, dal primo marzo vive in auto. A 70 anni e con una invalidità dell’80 per cento, “ricordo” indelebile di un brutto incidente accadutogli nel 1996 a Varna dove venne investito da una macchina.

«Purtroppo cerco di superare le giornate approfittando di quello che offre la città. Di notte sono qui nel piazzale parcheggio dell’Eurospar nella mia 600 e non dormo molto dalla paura che qualcuno mi possa aggredire. Di giorno vado all’ospedale per lavarmi e altro ma non posso muovermi tanto se non in macchina per i dolori che ho a seguito dell’incidente che mi ha lasciato invalido. Abitavo negli alloggi pubblici in via Fienili dal 2003 e pagavo sempre 15 euro al mese, rata che ho sempre onorato. Poi però l’affitto è salito a 300 euro che per me è una cifra enorme. Percepisco una pensione di 550 euro, 300 dei quali pagati dalla Germania in quanto ho lavorato in quel paese come piastrellista per 17 anni. Con quella cifra che mi è stata richiesta non sono riuscito ad onorare il debito e negli ultimi mesi non ho più pagato. Così mi hanno buttato fuori. La mia famiglia è originaria del Cadore, mio padre faceva il muratore ed eravamo 9 fratelli, quattro non ci sono più ed uno mi ha aiutato alcune volte ma tanto tempo fa. Con la famiglia abitavamo in via Etzel e poi sono stato un senza tetto assieme ad altri 13 in via Dante. Poi ho vissuto in via dei Vigneti prima di avere un appartamentino in via Fienili».

Pensare che la provincia di Bolzano è così impegnata nell’accoglienza di fancazzisti africani. E che i ‘volontari’, le coop e le associazioni fanno a gare per occuparsi di loro: a pagamento.