Da metà aprile la vita di Loris De Filippi, Presidente di Medici senza Frontiere Italia , è cambiata radicalmente. Dopo anni passati a terra per dare assistenza ai migranti, la decisione di spostarsi in mare, di darsi allo scafismo selvaggio in combutta con una nota multinazionale delle disgrazie, alla luce di quello che stava succedendo nel Mar Mediterraneo: il business era lì. E che business.
E dopo otto mesi in mare, 20.129 clandestini raccattati in Libia e traghettati in Italia in oltre 120 operazioni criminali con la ‘Bourbon Argos’, è ora tempo di raccogliere i frutti di questa operazione.
Il medico senza frontiere sarà Genova la settimana prossima per una serata organizzata da due ‘armatori’, Andrea Cosulich e Bruno Musso, per incontrare realtà genovesi dello shipping. Inutile dire quanto gli ‘armatori’ e le ‘realtà dello shipping’ siano interessate al tema.
«Siamo stati invitati per parlare della nostra attività in mare forse proprio perchè chi ha anche fare con il mare capisce meglio i problemi di questo tipo di soccorso, poi se qualcuno vorrà aiutarci, potrà nascere qualche nuova occasione di ‘shipping solidale’, un altro aiuto privato per una tragedia che richiede interventi immediati».
Nonostante la fine delle operazioni di Msf nel Mediterraneo centrale, l’organizzazione che ha favorito l’ingresso di almeno uno dei kamikaze islamici di Parigi, ribadisce che “rimane pronta a intervenire” nuovamente.
C’è chi può compiere gesti criminali e non subirne le conseguenze. Anzi, viene anche celebrato mediaticamente. Il motivo è semplice: i media e i criminali appartengono alla stessa parrocchia. Meglio dire cupola.