Si stringe la morsa turco-americana nei confronti della Siria, sfruttando la loro creatura, ISIS.
Ankara aspetta l’arrivo delle unità dell’aeronautica militare statunitense nella base di Incirlik, nei pressi del confine, ufficialmente in vista di un’offensiva anti-Isis in territorio siriano, in realtà in funziona anti-Assad: Isis è nata per questo.
Prima in modo diretto, ora come scusante per i bombardamenti contro i curdi e postazioni siriane.
Il capo della diplomazia siriana: “Il governo della Repubblica Araba Siriana respinge I tentativi del governo turco di dipingere sé stesso come una vittima quando tutti conoscono tutto quello che ha fatto questo governo in passato nel fornire ogni tipo di supporto ai terroristi”, queste sono le dure parole che il ministro degli Esteri siriano Walid al-Moallem ha indirizzato tramite una missiva al segretario generale dell’Onu e al presidente Consiglio di Sicurezza.
Secondo il governo siriano, è tutto un “pretesto per attaccare i Curdi in Siria e in Iraq”. La Turchia, infatti, secondo il governo siriano “non ha mai cessato di sostenere i terroristi provenienti da più di 100 Paesi che hanno attraversato il confine con la Turchia per arruolarsi nell’Isis, nella Jabhat al-Nusra, negli Ahrar al-Cham, e in altri gruppi affiliati ad Al Qaeda”.
Inoltre il ministro ha accusato il governo turco di essere “completamente consapevole” del “contrabbando di petrolio, grano, cotone e reperti archeologici provenienti dalla Siria, che l’Isis porta avanti in cambio di denaro, armi, munizioni e supporto logistico”. “Senza menzionare”, continua il testo, “le centinaia di industrie siriane che sono state smantellate e trasferite in Turchia”. Nel testo della missiva inoltre viene sottolineato come se “la Turchia e altri paesi confinanti con la Siria avessero rispettato le risoluzioni dell’Onu in materia di antiterrorismo, il 70% degli elementi della crisi siriana non sussisterebbero”.
In questo momento, secondo fonti governative di Damasco, in Siria sarebbero operative 70 organizzazioni terroristiche. Molte di queste, secondo il ministro degli Esteri Al-Mohallem, si addestrerebbero in campi messi a punto nella regione ai fini della formazione militare dell’opposizione moderata al governo. Campi, la cui esistenza sarebbe stata confermata, si legge, “anche da ufficiali dell’esercito americano”.