Cittadini attaccano manifesti contro ‘profughi’: indaga la Digos…

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Dopo il caso della ragazzina sospesa da scuola perché contraria alla invasione immigrazione, vi raccontiamo un altro episodio sconcertante.
Dopo l’arrivo di una cinquantina di ‘profughi’ nella cittadina di Arcea, alcuni provenienti dal centro di Rovereto, noto per lo stupro di una ragazza che faceva jogging, i cittadini hanno protestato. Soprattutto, hanno protestato contro il sindaco.

Una serie di manifesti sono stati disseminati in questi giorni in paese a firma di alcuni movimenti identitari. Preso di mira il sindaco Simonelli, che per far fare business a qualcuno vicino al suo partito, ha fatto aderire l’ente comunale al progetto SPRAR: la famigerata iniziativa che cerca di facilitare l’invasione, ospitando i clandestini in hotel. A spese nostre.

E cosa è accaduto, dopo le proteste e i manifesti contro l’arrivo dei clandestini? Indaga la Digos. Indaga sui pericolosi volantini contro l’accoglienza dei sedicenti profughi. La Questura di Frosinone infatti, è intervenuta attraverso gli agenti della divisione speciale della Polizia di Stato.

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«Nel Lazio – spiega l’ex consigliere Giovanni Nardone e coordinatore provinciale di Konsumer Italia – sono stati dislocati 7822 ospiti, di cui 53 ad Arce. Da quello che ci risulta, nello Sprar nazionale è stato definito che in centri urbani con popolazione oltre i due milioni di abitanti, il massimo è 250 rifugiati. In pratica questo progetto prevede un ospite ogni ottomila abitanti. Con questo parametro appena detto, ad Arce se ne potrebbe ospitare meno di uno, ma invece sono 53, cioè quasi l’ottomila per cento in più. A Roma, tanto per fare un esempio, gli ospiti, con le maggiorazioni volute dal sindaco Ignazio Marino, dovrebbero essere 3.097 su una popolazione di 2.863.322. Quindi un ospite ogni 924 residenti contro il rapporto che ad Arce è di un ospite ogni 108. E’ evidente che se il sindaco di Roma appena ieri ha fatto marcia indietro dichiarando che un ospite ogni 924 romani è troppo da sopportare, cosa dovremmo dire ad Arce?». Andatelo a spiegare a quelli di Badia Prataglia, che se ne devono prendere 100 su una popolazione di 700 persone.

Intanto la Digos ieri avrebbe acquisito anche informazioni sui ‘profughi’, sui proprietari delle case che li ospitano e sugli operatori che prestano assistenza. Ma perché, prima li sparpagliano, e poi ‘raccolgono informazioni’?

Detto chiaramente: in un Paese libero, una polizia politica stile Gestapo come la Digos, nemmeno dovrebbe esistere. In un Paese libero…




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