E’ l’ultima linea di resistenza cristiana alle frontiere della colonia di Bartella alla periferia di Mosul. Protette dalle milizie della città.
A meno di due chilometri lungo la strada ci sono i fanatici jihadisti di ISIS, lo Stato Islamico dell’Iraq e al-Sham.
“Io sto qui ad aspettare il mio destino”, dice il comandante della milizia cristiana di 600 uomini , all’ultimo check-point sulla strada per Mosul, mentre osserva in lontananza le bandiere nere in attesa, nel deserto.
Parlando del perché lui e i suoi uomini si stanno rifiutando di arrendersi e fuggire, il capitano Firaz Jacob, questo il suo nome, afferma di essere determinato a resistere ai jihadisti islamici che hanno occupato tutta la regione intorno.
“Resteremo qui nonostante tutto”, ha annunciato. “Resteremo, amiamo il nostro modo di vivere cristiano, noi amiamo le nostre chiese e amiamo la nostra comunità “.
E pensare che noi, invece, in Italia, stiamo facendo di tutto per trovarci, un giorno, nella stessa situazione.
Mentre Jacob, il Capitano e la sua milizia di eroi, difendono quello che rimane di una volta fiorente Cristianesimo mediorientale, altri capitani, nel Canale di Sicilia, si sono trasformate in marionette dell’invasione. Eroi a Mosul, bastardi senza gloria a Lampedusa.
Sono pochissimi i cristiani rimasti in Iraq dopo l’invasione alleata di un decennio fa che ha scatenato le milizie islamiche e i loro squadroni della morte.
Ovunque, tra la metà e i tre quarti dei cristiani in Iraq – caldei cattolici, siro-ortodossi, e il resto – hanno lasciato il paese per iniziare una nuova vita all’estero dal 2003. Quelli che non sono morti.
La città di Bartella, una quindicina di chilometri da Mosul, è in gran parte assiro-ortodossa, e i suoi 16.000 cittadini sono circondati.
Nei tempi biblici, gli Assiri erano i governanti imperiali di Ninive, nella cui provincia, Mosul si trova ancora oggi. Ed etnicamente, i cristiani sono oggi i discendenti quasi puri delle popolazioni della Mesopotamia prima dell’invasione araba.
Vicino, c’è la chiesa più antica esistente al mondo, con affreschi della prima metà del III secolo, è appena oltre il confine, in Siria.
E i cristiani siriani sanno bene, cosa accade, quando gli islamici occupano una città. Quando i jihadisti sono arrivati nella città di Raqqa, hanno distrutto le due chiese, demolito le croci e le hanno trasformate in bivacchi per terroristi.
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Oggi, i cristiani rimasti sono costituiti da assiri e siriaci, armeni e arabi, che praticano varianti del Cristianesimo in lingue altrimenti quasi estinte come l’aramaico, la lingua di Cristo, o la lingua assira.
La linea del fronte dell’ultima difesa cristiana in Iraq, a Bartella, è lunga oltre 900 chilometri. Solo 600 eroici volontari a difenderla. Nel silenzio colpevole dell’occidente. Nel totale disinteresse del vescovo vestito di bianco.