Islamici fanno a pezzi statua Madonna: “Non tolleremo nulla se non Allah”

Vox
Condividi!

Due statue della Madonna distrutte in pochi giorni. Nel video, l’imam annuncia che “solo Allah può essere adorato nella terra del Levante e solo la legge di Allah può essere stabilita e il tiranno non sarà adorato in questa terra dopo questi giorni, con il permesso di Allah”. Notare nel video i volti sorridenti.

La prima, in Siria, dove un imam ha fatto a pezzi una statua dicendo “Non tolleremo nulla se non Allah”. Si è fatto anche filmare per non perdere nulla della sua performance. Ovviamente, è poi seguita la solita affermazione “Allah è il più grande”.
Ma non è un episodio isolato. In Angola, presso il santuario di Muxima, alcuni estremisti hanno devastato la statua della Madonna posizionata sull’altare. Poi sono fuggiti. Il parroco del santuario, Albino Reis ha dichiarato: “Erano fanatici religiosi, dicevano che adoriamo le immagini e che il santuario doveva essere distrutto. Voglio tranquillizzare i fedeli sul fatto che i danni della statua non sono gravi e faccio appello affinché mantengano la calma”.

La polizia sta indagando e ha già fermato alcune persone. Potrebbe trattarsi di un attacco di quelle confessioni evangeliche e pentecostali, non autorizzate dal governo, che negli ultimi anni si sono moltiplicate in Angola.

Siria. Ribelli islamisti distruggono una statua della Madonna: «Solo Allah può essere adorato in questa terra»

Un video mostra il religioso Omar Gharba’ che in una città di Idlib governata dai terroristi islamici distrugge la statua perché «non accetteremo niente tranne Allah»

Un religioso wahabita, la versione rigidissima dell’islam che vige in Arabia Saudita, è stato ripreso in un filmato mentre al grido di «Allahu Akbar» («Dio è il più grande») distrugge una statua della Madonna nella città di Yaaqoubiya, a Idlib, in Siria.

«SOLO ALLAH». La città di Yaaqoubiya è governata dai terroristi islamici legati ad Al Qaeda dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante, già autori della distruzione di diverse chiese, croci e paramenti sacri. Nel video pubblicato ieri Omar Gharba’ annuncia che «solo Allah può essere adorato nella terra del Levante e solo la legge di Allah può essere stabilita e il tiranno non sarà adorato in questa terra dopo questi giorni, con il permesso di Allah».

LA DISTRUZIONE. Dopo aver detto queste parole con la statua della Madonna in mano e aver aggiunto che «non accetteremo niente tranne che Allah, la sua religione e la Sunna del profeta di Allah, Maometto», distrugge gettandola a terra la statua della Madonna incitando le persone che lo circondano a «glorificare Allah» perché «Allah è il più grande».

Vox

Angola, fanatici devastano statua madonna, in centinaia protestano

Nel santuario di Muxima, l’attacco e la reazioni di molti fedeli e pellegrini

Sei uomini e una donna hanno fatto irruzione ieri nel santuario di Muxima, in Angola e dopo una corsa verso l’altare hanno devastato la statua della Madonna prima di fuggire. Centinaia di persone per tutta la mattina si sono accalcate sul sagrato del santuario per protestare contro i vandali.

«Erano fanatici religiosi – ha dichiarato alla stampa padre Albino Reis, parroco del santuario – dicevano che adoriamo le immagini e che il santuario doveva essere distrutto. Voglio tranquillizzare i fedeli sul fatto che i danni della statua non sono gravi e faccio appello affinché mantengano la calma».

La polizia ha arrestato alcune persone appartenenti ad una confessione evangelica chiamata «Chiesa profetica dell’arca di Betlemme» e sta valutando la loro posizione. Per tutta la giornata di ieri la zona è stata presidiata per evitare assalti e vendette sommarie. Il santuario di Muxima è la chiesa cattolica più importante d’Angola.

Ogni anno nel giorno in cui si celebra la Madonna di Muxima circa un milione di persone si assiepano attorno al santuario che fu visitato anche dall’allora Papa Benedetto XVI durante il suo viaggio in Angola nel 2009.

Negli ultimi anni in Angola si sono moltiplicate le confessioni evangeliche e pentecostali molte delle quali non autorizzate dal governo. Una stima fatta dalla Conferenza episcopale dell’Angola parla di centinaia di queste chiese. Nel gennaio scorso una di queste, la Chiesa universale del regno di Dio, è stata coinvolta nella morte di 15 persone schiacciate nella calca durante una celebrazione. Il governo decise la per tre mesi di tutti i templi di questa congregazione

In collaborazione con: nocristianofobia.org