Ognuno piangendo una persona famosa piange in realtà la propria giovinezza e un tempo che non tornerà più. Solo così si spiegano certe scene in certe situazioni per certe persone.
A Napoli centinaia di tifosi in strada per Diego Maradona. La morte del Pibe de oro, autentico mito popolare dopo i 6 anni e mezzo leggendari, dal 1984 al marzo 1991, conditi da due storici scudetti, una coppa Italia, una Supercoppa italiana e una Coppa Uefa, ha infranto ogni tipo di zona rossa, coprifuoco e leggi anti-Covid. I tifosi si sono radunati al San Paolo, lo stadio dei trionfi maradoniani, per deporre uno striscione in suo onore. E il sindaco Luigi De Magistris, su Twitter, con la sua consueta parsimonia per le esagerazioni, ha scritto: “È morto Diego Armando Maradona, il più immenso calciatore di tutti i tempi. Diego ha fatto sognare il nostro popolo, ha riscattato Napoli con la sua genialità. Nel 2017 era divenuto nostro cittadino onorario. Diego, napoletano e argentino, ci hai donato gioia e felicità! Napoli ti ama! Intitoliamo lo stadio San Paolo a Diego Armando Maradona”.
Napoli saluta Maradona. https://t.co/kJWQdnGGHv pic.twitter.com/VeldJAlNPB
— RadioSavana (@RadioSavana) November 25, 2020
Quando ti appelli ad un calciatore per riscattare una città hai fallito. Altre cose riscattano le città.
MARADONA grandissimo. E ve lo dice uno juventino attempato che ha vissuto quei momenti. Chi parla male di Diego è un animale senz’anima.