Terza città italiana per numero assoluto di musulmani, prima in termini relativi: 6% della popolazione totale, rispetto al 3% della media nazionale. Tutto in pochissimi anni.
Secondo la criminologa Luisa Ravagnani, anche se non esistono, al momento, periferie paragonabili a Saint-Denis o a Molenbeek, i musulmani bresciani «sono sparsi attorno all’anello stradale cittadino, soprattutto quelli che lavorano nell’industria siderurgica».
La presenza islamica in città è massiccia e contribuisce in maniera significativa al degrado. Un degrado che avanza e occupa le strade delle attività commerciali di via Milano, via Corsica e via Volta. Storico crocevia commerciale, anche il centralissimo quartiere del Carmine ha assistito alla nascita di numerose attività islamiche.
Volto di questa islamizzazione a teppe forza è Talat Chaudhry, eletto al Consiglio di quartiere di Via Cremona:
Brescia sta per cadere. Quasi il 25 per cento della popolazione è non italiano. Di questi, 1/4 è islamico. Questa è un’invasione con altri mezzi.
https://twitter.com/ClaudioPerconte/status/1125090728651177986
Non è un caso che i servizi abbiano rilevato la principale minaccia interna nella saldatura tra estrema sinistra e immigrati, da utilizzare come teppisti: un po’ come in epoca romana i patrizi utilizzavano gli schiavi contro i plebei
Nella relazione annuale dei servizi segreti al Parlamento, preparata dal Dis.

Essenzialmente, i punti principali sono l’allarme terrorismo islamico, con il pericolo clandestini-terroristi:
Servizi lanciano allarme terroristi sui barconi: “138 immigrati islamici ‘italiani’ con Isis”
L’avanzata delle mafie straniere, in particolare quella nigeriana, ‘grazie’ ai traghettamenti dalla Libia.
E la saldatura tra estremisti di sinistra e immigrazione, con il tentativo di assoldare carne da cannone tra gli immigrati.
In difficoltà per il mancato ricambio generazionale, gli italiani non se li filano più, l’estrema sinistra punta sull’arruolamento della popolazione straniera: “L’eterogenea galassia dell’antagonismo si è distinta soprattutto per il tentativo di superare una persistente tendenza alla “parcellizzazione delle lotte”, così da dare maggiore compattezza al fronte della contestazione. In tale quadro, ha assunto specifico rilievo strategico, nelle progettualità antagoniste, il coinvolgimento nelle mobilitazioni della popolazione straniera, ritenuta, in particolare dai segmenti più oltranzisti, un bacino di reclutamento “capace di produrre conflitto”.
Capito?
