L’immigrazione clandestina è un problema che l’Italia affronta da anni. Recentemente, le denunce di decine di poliziotti impegnati a Lampedusa hanno riempito i social media, ricordano la situazione descritta da un loro collega, Manuel Cantelli.
Cantelli, in una lettera-denuncia inviata ai giornali italiani, ha descritto la sua esperienza durante l’emergenza sbarchi in Sicilia, tra Agrigento e Lampedusa. Ha espresso il suo sconcerto per la situazione che si è trovato davanti: ogni giorno, centinaia di persone sbarcano sulle coste italiane. Alcuni arrivano con le loro imbarcazioni, molti vengono accolti da una sorta di ‘comitato di benvenuto’ che li rifornisce di viveri e poi li lascia liberi di andare dove vogliono.
Secondo Cantelli, queste persone, in gran parte giovani, non sono profughi in fuga dalla guerra, ma sono galeotti tunisini che non vengono in Italia per lavorare in fabbrica. Ha criticato l’enorme macchina dei soccorsi messa in piedi a Lampedusa, con uno spiegamento di forze incredibile, da Protezione Civile a Croce Rossa, dai Vigili del Fuoco a tutte le Forze dell’Ordine; aerei, navi, traghetti, tutti dediti all’accoglienza, tutti preoccupati a fornire un servizio a 5 stelle a queste persone, che tutto sono tranne che pacifici turisti.
Cantelli ha sottolineato che nella maggior parte dei casi, queste persone non hanno alcun rispetto per le nostre regole, le nostre leggi, la nostra civiltà. Ha espresso la sua preoccupazione per il fatto che nei telegiornali non se ne parla. Quello che succede ancora oggi a Lampedusa deve essere tenuto nascosto.
Queste denunce sollevano interrogativi importanti sulla gestione dell’immigrazione in Italia e sul ruolo dei governi nel trattare la questione. È fondamentale che queste questioni vengano affrontate in modo aperto e trasparente, per garantire che le politiche sull’immigrazione siano giuste ed efficaci: blocco navale e rimpatri di massa.