# Scandalosa decisione: Stupratore somalo liberato dopo poche ore di detenzione
Un caso di violenza sessuale ha scosso la città quando un cittadino somalo è stato arrestato per un presunto stupro in via Bertoloni. Tuttavia, la decisione della Procura della Repubblica di liberare l’africano dopo solo poche ore di detenzione ha suscitato indignazione e preoccupazione tra la popolazione.
L’individuo, arrestato in flagranza di reato nella tarda serata di martedì dagli agenti del commissariato Due Torri San Francesco, è stato rilasciato mercoledì pomeriggio su disposizione della pm Michela Guidi, che ha invocato l’articolo 121 per chiedere la sua immediata liberazione.
Nonostante la scarcerazione, l’individuo non è rimasto libero in città. Ma solo grazie alla scelta delle autorità di polizia di espellerlo. Dopo la scarcerazione, infatti, la polizia lo ha accompagnato al Centro per il rimpatrio di Milano per avviare le procedure di espulsione, data la sua condizione irregolare in Italia. Non è detto che torni in Somalia, ci sono troppi giudici pronti a vietare il rimpatrio verso la Nigeria, figuriamoci la Somalia.
La decisione della pm Guidi, piuttosto insolita in casi gravi come una violenza sessuale, è stata motivata dal fatto che gli agenti sono arrivati in via Bertoloni dopo l’aggressione, quando il ventenne si era già allontanato. Pertanto, non c’era più il presupposto della flagranza. L’identificazione dell’individuo come autore della violenza si basava “solo” sulla testimonianza della vittima e della ragazza che l’ha soccorsa, che è stata a sua volta presa a calci dallo straniero.
La mancanza di tracce evidenti del reato sull’arrestato avrebbe poi influenzato la decisione. Tuttavia, secondo il racconto della vittima, che ha passato tutta la notte in Questura accompagnata dal padre, l’uomo difficilmente avrebbe potuto avere tracce (biologiche o no) della violenza addosso. Questo perché, come ricostruito dalla trentenne, non si è trattato di uno stupro consumato, ma l’aggressore l’avrebbe “solo” palpeggiata nelle parti intime, in un fugace quanto violento e terribile agguato alle spalle. Le urla della vittima l’avrebbero subito messo in fuga. Durante la fuga, l’individuo si sarebbe imbattuto in una ventenne che, sentendo le grida dell’altra, ha tentato di bloccarlo e si è presa dei calci.
Questo caso solleva serie preoccupazioni sulla sicurezza delle donne e sulla gestione della giustizia in casi di violenza sessuale. La decisione di liberare un presunto aggressore dopo un breve periodo di detenzione mette in discussione la capacità del sistema giudiziario di proteggere le vittime e di garantire che i colpevoli siano adeguatamente puniti. La comunità attende con ansia ulteriori sviluppi su questo caso.