Gino Cecchettin dichiara guerra al Patriarcato che non c’è

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Invece di odiare chi l’ha uccisa si crea un nemico immaginario. Poi il riferimento all’Essere Superiore che sarebbe la figlia Elena, quella secondo cui siamo tutti colpevoli in quanto maschi.

Gino Cecchettin ha dichiarato da Fazio che non prova né rabbia e né rancore per chi l’ha uccisa ma è pronto alla battaglia contro il patriarcato insieme all’altra figlia.

Roba da pazzi. Invece di odiare chi l’ha uccisa si crea un nemico immaginario. Profonda empatia verso il padre che ha perso la figlia, critica verso il personaggio pubblico che stanno creando.

Gino Cecchettin ha dichiarato che, in nome di Giulia, non prova né rabbia e né rancore per chi l’ha uccisa e si è schierato al fianco della figlia Elena nella sua battaglia contro il patriarcato.

“Mia figlia Elena ha centrato il punto, quando ha parlato di patriarcato. La supporterò in tutte le sue battaglie, è una battaglia che dobbiamo fare tutti”.

“Mi impegnerò ancora in questa battaglia. Fondare una fondazione è qualcosa che sta nei nostri piani“.

E la fondazione, che probabilmente coinvolgerà anche la figlia Elena, che lui, con termine inquietante, ha definito come un “Essere superiore” nel corso dell’intervista.

Ovviamente, Gino Cecchettin non è il protagonista di questa storia. Il disgusto è tutto per quelli che lo stanno usando per i loro soliti loschi fini. Per fare ascolto invitano il padre che ha seppellito la figlia pochi giorni fa e lo usano come strumento per gli scopi di chi sta sopra di loro. E mentre fanno tutto questo, osano anche farlo dall’alto di un piedistallo moralizzatore, accusando gli altri di ‘odio nei confronti di Gino’. A parte rari casi sui social, chi davvero odia Gino è chi lo invita in televisione.

“Espressioni come ‘la mia donna’ sembrano innocue ma non è così”. Così Gino Cecchettin da Fazio.

Si chiama ingegneria linguistica. Orwell ne parlava decenni fa. Tutti i totalitarismi vogliono controllare il linguaggio, perché chi controlla il linguaggio controlla la realtà.

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Più loro vi dicono cosa dire, più fate il contrario. La prima resistenza è semantica.

Gino C. ha poi assicurato di avere avuto un processo di cambiamento, probabilmente riferendosi ai tempi – l’anno scorso – in cui pare si esprimesse sui social come un adolescente allupato.

Fazio poi ha fatto la sua solita logorroica accusa contro chi osa opporsi alla narrativa decisa dall’alto.

Ha anche affermato che dire a un tuo amico “parliamo da uomo a uomo” è una forma di patriarcato.




5 pensieri su “Gino Cecchettin dichiara guerra al Patriarcato che non c’è”

  1. A me sta sembrando tutto una messinscena, somo confuso, non saprei cosa è la realtà.
    Tutto uno show crudele in salsa BLM all’italiana.
    A questo punto la penso come il Greg, che per quanto non lo stimi, spesso ci azzecca.

      1. Infatti ho scritto che NON lo stimo.
        Lo seguivo inizialmente quando parlava di auto, perché ferrato e competente nel campo.
        Ma poi, oltre ad uscire dal suo campo, sembra esser diventato un pallone gonfiato, tracotante e pieno di sé.
        Non ho per niente a simpatia il suo modo di porsi in cui lui è quello illuminato e sveglio e tutti gli altri sprovveduti e cretini.
        Ultimamente mi sono casualmente capitati alcuni video sul caso di Vigonovo… Visto che questa vicenda mi pare strana pure a me.
        Ma per il resto lo lascio alle sue elucubrazioni.

  2. Il patriarcato? Cioè quell’essere immaginario che la CIA tira fuori insieme al femminismo e al satanismo ogni qual volta la Mer(d)ika imbastisce qualche guerra per procura per rallentare la recessione? Ma và a dar via il culo.

I commenti sono chiusi.