Stuprato da due africani a Torino: “Lo lasciamo vivo o lo ammazziamo?”

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«Cercavo una pistola per farla finita. Poi quei due mi hanno picchiato e rapinato. Uno mi ha violentato e ha detto: “Che facciamo, lo lasciamo vivo o lo ammazziamo?”».

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Giovanni (il nome di fantasia) parla dietro un paravento per non incrociare lo sguardo con i due imputati. Cioè un marocchino e un senegalese.

Era il 22 ottobre 2022 ma nei giorni scorsi il ventenne è stato sentito come testimone nel processo a carico dei due stranieri: «Era un periodo difficile, di cambiamento, soffrivo di ansia e depressione – ripercorre il ragazzo, che abita in un comune della prima cintura torinese – Mi è venuta la malsana idea di farla finita, così sono venuto in treno a Torino per cercare una pistola. Ho scelto Barriera di Milano perché sapevo che era una zona malfamata».

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Il ventenne gira per ore nel quartiere. Fino a quando incontra due stranieri: «C’era un nero di 20 anni e un marocchino più grande, mi hanno fatto cenno di seguirli». Giovanni non lo sa ma non hanno intenzione di dargli la pistola che cercava. Anzi: secondo quanto ricostruito dalle indagini, i due lo trascinano dentro l’ex scuola Salvo D’Acquisto.

E’ lì che inizia il racconto dell’orrore: «Il primo era sopra di me e ha iniziato a prendermi a pugni sul volto e sull’occhio mentre ero sdraiato sul materasso. L’altro era in piedi e mi ha svuotato per prendermi tutto. Io ero nel panico, stavo fermo, detto che avevo il bancomat nel portafogli con cui potevano prendere i soldi: “Lo lasciamo vivo o lo ammazziamo?”. Poi la violenza.

Alla fina he detto: “Vado a prendere un coltello”. Io avevo i pantaloni abbassati alle caviglie, me li sono sfilati e sono corso via senza voltarmi dietro».